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“Stasera si recita a soggetto” (Luigi Pirandello). Cioè senza copione, affidandosi all’improvvisazione. Il popolo rosanero è convinto di questo. E sbaglia. Non è così. C’è un copione, sempre lo stesso, che ogni anno si segue pedissequamente. Ed anche quest’anno ci risiamo, come sempre. Il primo capitolo del copione è andato in scena: via il primo allenatore, avanti il secondo. Da Tedino a Stellone, andata e ritorno. La gente è contenta. Dice:”basta con questo panzone”. Gli hanno affibbiato le etichette più offensive, cattive e pesanti. Eppure è una persona perbene, garantisco. Non ha fatto bene a Palermo, è vero. Ma non ha mai avuto la stima di nessuno e sapeva che al primo gradino sarebbe caduto. Torna Stellone che invece tanto bene aveva fatto e quindi non era stato confermato. Coerenza. Stellone dice che il Palermo ha i punti che si merita. E allora perché s’è cacciato Tedino? Ma soprattutto perché a luglio lo si è richiamato? Nuvole, nebbia, confusione. Però ad ascoltare le dichiarazioni hanno tutti ragione. Zamparini (sulla necessità del ridimensionamento), Foschi (sulla bontà dell’organico), gli allenatori (sulla professionalità dei giocatori), i giocatori (sul loro massimo impegno). Hanno tutti ragione. Ma allora perché il popolo rosanero ha abbandonato la squadra? Per i risultati? Neanche a pensarci. Col Perugia un mortorio deprimente eppure si veniva dal successo di Foggia. Dunque no, non bastano i risultati. C’è dell’altro. La gente vuole un obiettivo ed un pizzico di normalità. Chi crede di esser nel giusto, come giustifica l’emorragia di pubblico ed il funerale dell’entusiasmo? È solo colpa del tifoso palermitano esigente e incontentabile? Rispetto al solito copione, quest’anno però c’è una divertente novità: il cambio di presidenti. Baccaglini, Giammarva, De Angeli e ora l’annunciato Ponte. L’ingresso di Ponte significa che saltano Follieri o gli americani? Nuvole, nebbia. Ponte il traghettatore. Più che un piccolo traghetto la società rosa sembra un’enorme nave da crociera con i comandanti che si alternano ogni viaggio. I comandanti cambiano, il timoniere no. Cambia tutto ma tutto resta come prima. E la gente, che aspetta la cessione come un bimbo aspetta il Natale, diserta lo stadio e ti regala una delle peggiori affluenze di sempre. Che fare? Nulla. Sorridere con affetto e guardare soltanto il campo. Sperando nel miracolo.
Carlo Cangemi
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