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ESCLUSIVA TIFOSI PALERMO – Passato e presente: quando il talento non basta – Giorgio Pane

Giorgio, hai provato a fare il calciatore. La delusione per non esserci riuscito è tanta? 
Premesso che il desiderio di diventare calciatore non è stato il motivo principale del mio approccio e della mia passione nei confronti di questo sport, sarei bugiardo nel dire che, dopo 10 anni di carriera nel settore giovanile del Palermo, dai pulcini alla primavera, con la fascia da capitano al braccio e con qualche convocazione in nazionale, un minimo di pensiero nei confronti di questa professione ci sia stato. Penso sia naturale provare delusione dopo tutto quello passato, dopo le corse mie e dei miei genitori per arrivare al campo in orario, dopo i pranzi consumati in fretta e furia in macchina o in moto, dopo i tanti sacrifici fatti per coniugare calcio e scuola, dopo i successi e le sconfitte ottenute sul campo. Non rimpiango niente di queste esperienze che mi hanno fatto crescere molto sia dal punto di vista calcistico ma soprattutto umano.  Purtroppo il mondo del calcio è un mondo difficile, un mondo in cui non riuscivo a rispecchiarmi, un mondo completamente diverso da quello che sognavo da piccolo in cui, molte volte,la passione, la dedizione ed il talento valgono meno di altro.

C’è qualcosa che non rifaresti o faresti diversamente? 
C
on il senno di poi ti dico che avrei dovuto accettare l’offerta del Milan quando ero Giovanissimi Nazionali, intorno ai 14-15 anni. Sono stato anche vicino al passaggio all’Entella in serie b. Però pensavo che il Palermo fosse per me una grande opportunità. Pensavo che il Palermo potesse offrirmi le stesse possibilità del Milan o dell’Entella e quindi fin dai Giovanissimi decisi di restare nella mia città. Ragionando su come poi si sono svolte le cose, se potessi tornare indietro, ti dico che molto probabilmente mi sarei dovuto trasferire.

Seppur a livello giovanile nutrivi comunque molto piacere per il mondo del calcio?
Penso che per provare a fare questo mestiere il requisito più importante sia quello di provare piacere per questo gioco. Divertirsi mentre lo pratichi. Si, provavo molto piacere a giocare nel Palermo seppur nel settore giovanile, perché penso sia un primo step fondamentale per poi provare ad arrivare a grandi livelli. 

Sei sempre tifoso del Palermo?
V
oglio essere sincero. Negli ultimi periodi mi sono allontanato dal mondo del calcio, anche perché, come ti ho detto prima, si è rivelato un mondo diverso da come lo immaginavo. Quando è possibile però guardo le partite del Palermo anche per seguire alcuni dei miei vecchi compagni. 


Il giocatore rosanero più forte con cui hai giocato? 
Ho avuto la fortuna di giocare con grandi giocatori come Vazquez, Dybala, Pastore,Iilicic. Osservarli da vicino è stato un onore.

Il giocatore più forte che hai avuto in squadra in te? 
Non riesco a farti un solo nome ma sicuramente l’annata ’97/’98 è riuscita a fare grandi cose. La doppia qualificazione alle fasi finali del campionato e la finale di viareggio sono tra i ricordi più belli

Hai mai conosciuto il patron zamparini? 
N
o, non ho mai avuto occasione di incontrare personalmente il presidente

Pensi che il Palermo sia favorito per la serie A?

Penso abbia tutte le carte in regola per poter fare un ottimo campionato e ritornare ai massimi livelli

Per concludere, Giorgio sinceramnente, cosa non ha funzionato? È solo responsabilità tua? 
Sinceramente non so cosa non ha funzionato ma non penso sia stata completamente responsabilità mia. Anche perché ho sempre dato il massimo in tutto,  in ogni allenamento,  in ogni situazione e questo impegno alla fine non è stato ripagato. L’ultimo anno di Primavera ho esordito contro l’Inter assieme a Simone(Lo Faso). Avevo fatto una buona partita, cosa che mi hanno riconosciuto anche tutti i giornalisti e poi non so per quali motivi non ho più giocato. 

Io ho sempre dato tutto e non posso avere rimpianti L’unica cosa che mi dispiace è non aver ricambiato la fiducia del Palermo dopo 10 anni di carriera nel settore giovanile e non aver avuto la possibilità di provare nel mondo dei grandi. Dal mio punto di vista, dalla mia esperienza ti dico che non è vero che siamo noi artefici del nostro destino ma spesso ci sono delle cose più grandi di noi che ci impediscono di fare quello che abbiamo sempre sognato. La cosa più importante però è non abbattersi e provare a cambiare strada ed è quello che sto facendo io. Mi sto dedicando allo studio e da questo punto di vista sono molto contento.