di Manuele Nasca
È da poco terminata la sfida del Renzo Barbera tra Palermo e Crotone, valevole per la 7a giornata del campionato di serie B. Tanta era l’attesa per il nuovo esordio di Roberto Stellone sulla panchina dei rosa,provenienti da un brutto ko esterno con il Brescia, che aveva reso tanto complicati questi giorni per il Palermo. Partita cominciata bene dai rosa, che non creano tantissime occasioni per passare in vantaggio, ma sono padroni del campo nonostante un possesso abbastanza sterile e macchinoso. Solo qualche conclusione larga, o facilmente leggibile per l’estremo difensore dei calabresi, che tuttavia si rende protagonista di un grande intervento al tramonto del primo tempo su Nestorovsky. Il capitano rosanero è protagonista dell’unica occasione creata dal Palermo in un primo tempo scialbo e noioso enel quale poco si fatica ad intravedere i risultati del nuovo lavoro di Stellone rispetto al suo predecessore.
Il match cambia a metà primo tempo, grazie al Palermo, che esce dal letargo e spinto da un Barbera non certo stracolmo ma caldissimo, crea prima una grande occasione con Nestorovsky, che da due passi non riesce a concretizzare in rete, e successivamente con Moreo, subentrato poco prima, che non capitalizza in rete un ottimo cross direttamente da corner di Jajalo.
Esplode il Barbera quando Nestorovsky, da posizione defilata riesce a trovare l’angolo giusto e mettere la firma su questa vittoria importante, soprattutto in chiave psicologica; una vittoria pesante che non ha messo in luce forse grandi cambiamenti dal punto di vista tecnico-tattico, ma che ha evidenziato un grande impegno e determinazione, elementi che indubbiamente erano mancati nelle ultime uscite della squadra. Tanto avrà da lavorare il neo tecnico romano sotto l’aspetto del gioco, a tratti troppo compassato, ma è certo che la vittoria aiuta l’ambiente a lavorare meglio, con più consapevolezza dei propri mezzi. Un Palermo che rimane di fatto sulla scia delle grandi di questo campionato, augurandoci che questa vittoria, sofferta, ma portata a casa, sia soltanto l’inizio di una marcia trionfale verso quel paradiso, forse ancora inpronunciabile, ma certamente possibile.
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