Di Manuele Nasca
Ieri si è giocatq la sfida di Via del Mare tra Lecce e Palermo, valevole per l’ 8° giornata del campionato di serie B. Il pronostico era incerto, soprattutto se teniamo conto dell’ultima trasferta scoraggiante dei rosanero a Brescia, in un ambiente caldo e passionale come quello di Lecce. Questa sera il Palermo di Stellone ha invertito la rotta, ha meravigliato quei tanti tifosi che alla vigilia temevano un Brescia bis, ha dimostrato che questa squadra può giocarsi le sue carte fino alla fine e che quel sogno che si chiama promozione, non è poi così tanto fuori dalla nostra portata. Ieri abbiamo visto qualcosa di diverso, i tre punti conquistati al Renzo Barbera prima della sosta, non avevano lo stesso peso; questa volta è arrivata la prestazione, gioco di qualità ( soprattutto nella seconda frazione di gioco), un assedio nell’aria avversaria, i cui frutti sono stati raccolti ancora una volta al tramonto della partita, al minuto 85’ quando Puscas, messo dentro da Stellone pochi minuti prima, (va elogiata l’intuizione del mister rosanero) , ha messo dentro il pallone con grande violenza, al termine di un azione straordinaria che per un attimo ci ha fatto ricordare i tempi migliori. Da oggi è più bello tifare Palermo, da oggi possiamo dire che l’idea, il pensiero calcistico del nostro allenatore è stato forse recepito e metabolizzato dai giocatori, attraverso un gioco che per larghi tratti ha espresso linearità ed intensità. Non è stato facile, soffrire era normale in una trasferta così difficile, ma anche questa è una dote, perché insieme si può. La vittoria di ieri sera, può rappresentare una svolta per la stagione rosanero, può indicare che la strada intrapresa è quella giusta, siate orgogliosi, perché da tempo non si vedevano 900 tifosi occupare il settore ospiti, da tempo non si respirava questo entusiasmo, figlio del risultato e della prestazione. Trasformiamo tutto questo in adrenalina positiva, riempiamo il Renzo Barbera, perché da questa sera i rosa hanno preso ufficialmente il binario della gloria, ma per percorrerlo fino in fondo serve umiltà, serve qualità, ma soprattutto serve lui, colui che manca da troppo tempo tra le mura di casa nostra, il tifoso.
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