di Manuele Nasca
Dopo i 10 punti conquistati nelle ultime 4 partite, è ormai evidente che da quando sulla panchina del Palermo siede Roberto Stellone qualcosa sia cambiato. Qualche settimana fa, quando era appena cominciata l’avventura del tecnico romano, non si era vista una vera e propria ‘‘rivoluzione’’. Infatti contro il Crotone al Barbera, il tifoso rosanero aveva preso di buono soltanto il risultato, poco era cambiato dal punto di vista del gioco e della manovra. Dopo quella vittoria sporca e sofferta, il DNA di Roberto Stellone sembra essere entrato nei meccanismi della squadra; il Palermo gioca per vincere, gioca per la continuità, ma, soprattutto, gioca! Esprime finalmente calcio, e possiamo dirlo, calcio di qualità. Sembra che il tecnico romano, abbia lavorato più sulla mente che sulla tecnica, spesso il dominio territoriale che i rosa esprimono in partita è frutto di personalità e carattere, prima assenti. É difficile dopo quattro partite esporre propriamente un resoconto, tuttavia si può parlare di impressione, assolutamente positiva. Dote di questo ottimo allenatore é l’intuizione, (prima del tutto assente), con la quale spesso il mister è riuscito a ribaltare le partite in corso d’opera, ma non solo; il Palermo è migliorato nelle individualità, vedi i vari Moreo (migliore in campo contro il Carpi) e Falletti. Sarà anche questa soltanto un’illusione? Sarà anche tutto ciò un esempio di felicità momentanea?…Possiamo rispondere affermando che del Doman non c’è certezza e quando a Palermo la gente sente fischiare tra le orecchie i vocaboli continuità e certezza lo scetticismo fa da padrone. Eppure la partita di sabato contro il Cosenza neopromosso, può davvero confermare quanto di buono è stato detto. A seguire toccherà al trittico Verona, Benevento e Pescara, che possono davvero darci indicazioni precise. Nel giorno in cui i morti vengono celebrati e contemplati, la speranza è vedere un Palermo che risorga completamente e risalga dall’oltretomba, li dove per troppo tempo è rimasto.
Manuele Nasca
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