‘’La grandezza dell’uomo è nella decisione di essere più forte della sua condizione’’.
Il mondo dello sport e del calcio è meno estraneo a quello della letteratura rispetto a quanto si potrebbe pensare. Un esempio che non può passare inosservato è quello di Albert Camus, il celebre scrittore francese nato in Algeria nel 1913. Lo scrittore esistenzialista ha giocato a calcio, come portiere, nel Racing universitario algerino e, secondo alcune voci, anche nella nazionale algerina durante i campionati mondiali. Ironia della sorte, se non si fosse ammalato di tubercolosi, forse il suo futuro sarebbe stato diverso e avrebbe continuato, chissà, a giocare a calcio.
“Ho capito subito che la palla non arriva mai da dove te l’aspetti. Mi è servito più tardi nella vita, soprattutto a Parigi, dove non ci si può fidare di nessuno”.
Un divertente mistero si lega alla ‘’carriera’’ calcistica del poeta Francese: Non sapremo mai se il giovane Albert Camus sia stato effettivamente, come sostiene l’annuncio, il portiere della squadra dell’Algeria in occasione di una Coppa del Mondo.
Ma Camus non è il solo portiere ad avere avuto la consapevolezza della futilità di quello che faceva. Anche Sepp Maier (ex portiere della nazionale tedesca) ci ha consegnato, nel suo trattato uscito nel 1980 e intitolato ‘’lch bin kein Tor’’ (“Non sono la porta” e/o “Non sono pazzo”), le sue riflessioni venate di esistenzialismo: “Mi sono buttato nella mischia più di mezzo milione di volte. Ciò permette di sapere qualcosa sul mio stato mentale?”. Questo genere di cupe riflessioni sull’assurdo costituiscono il fondamento di tutto il pensiero filosofico.
“Ci sono persone in cui la ragione prende il posto del cuore. Per me è il contrario”. Toni Schumacher, ex calciatore tedesco.
Raccontare Albert Camus, dunque, significa anche raccontare la passione per questo sport che non lo abbandonò mai, tanto da dichiarare: “tutto quello che ho appreso sulla morale e sugli uomini lo devo al calcio”.
Il calcio come nucleo e ispirazione a cui attingere continuamente:
Non è poco per chi, sul canone assurdo dell’esistenza umana, pone le basi del suo argomentare filosofico. Così le sue pagine sono intrise di una riflessione stringente sulla condizione alienante dell’uomo, sull’inesorabile chiamata a misurarsi con il vuoto, con il buio, con il niente, con le tante insidie e i tanti gol che la nostra anima è costretta a subire, ma anche con la possibilità di una soluzione, di una svolta, dopo l’abisso e la rivolta, rivolta qui intesa come re-azione, come ricerca di nuove vie in cui inoltrarsi, tenendo per mano la fiaccola della solidarietà.
‘’Ma qui non siamo a Sartre. Siamo oltre. O, semplicemente, dopo’’.
‘’Il calcio. Metafora della vita. Verità della vita’’
Albert Camus, fu premio Nobel per la letteratura prima di sviluppare il talento che lo portò a vincere quel premio, fu un grande appassionato di calcio. Era franco-algerino, come Zidane..
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