In questo periodo uno degli argomenti più trattati nel mondo del calcio è sicuramente la finale di coppa Libertadores, che combacia con il Superclásico cioè la partita che vede impegnate le due storiche rivali, River Plate e Boca Juniors. Proprio ieri a causa dei continui rinvii della partita di ritorno, per atti vandalici e pericolosi per l’incolumità sia dei giocatori sia dei tifosi delle due fazioni, si è deciso di giocare al Santiago Bernabeu di Madrid.
Per molti questa sarà la partita dell’anno, ma allora qual è quella del Palermo? Qual è quel match che tutti aspettano sin dall’inizio della stagione?
Un vuoto incolmabile o colmabile solo in un caso, arrivare ai playoff, ma dopo l’esperienza passata i tifosi reclamano, giustamente, la promozione diretta.
21 Aprile 2013, una data che potrebbe non dire nulla ma al contrario dice tutto. 33a giornata di Serie A Palermo e Catania giocano l’ultimo derby prima del calvario per entrambe le società, che li porterà a non incrociarsi più. Partita molto discussa causa attacchi e sfottò tra le due fazioni, soprattutto per le B che riempivano gli spalti del Massimino che inneggiavano alla sempre più imminente retrocessione dei rosanero. Non ci auguriamo atti vandalici o persone ferite come successo in passato, ma Palermo ha bisogno di rivalità e competitività, che non si fermino soltanto alle partite da classifica ma che vadano oltre la scalata verso la A. La mancanza del Derby si sente eccome, anche se si tende ad essere felici per la supremazia dal punto di vista della posizione attuale, ma un vero amante del calcio giocato vuole vedere una vera partita dove non conta se sei ultimo o primo ma soltanto se vuoi combattere e abbattere il nemico. Basta ricordare proprio l’ultimo anno di derby di Sicilia dove gli etnei erano di certo in una forma migliore rispetto ai rosanero ma i risultati dicono tutto il contrario, poiché all’andata al Renzo Barbera il Palermo si è imposto sui rivali per 3 a 1 e al ritorno è uscito da Catania con un ottimo pareggio in extremis di Josip Ilicic.
Erano anni difficili e diversi, si retrocedeva con in campo giocatori del calibro di: Fabrizio Miccoli, Josip Ilicic, Stefano Sorrentino e tanti altri. Anni difficili ma il cuore nei tifosi pulsava sangue a tinte rosa e nero e lo stadio contava una media di spettatori intorno alle 18 mila persone, numeri che adesso sembrano utopici. Magari giocare una partita che vale il primato in classifica può avere un peso maggiore, ma il derby non è solo una partita di pallone ma un evento che unisce due rette parallele geograficamente vicinissime ma sportivamente lontanissime.
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