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La conferenza di addio di Maurizio Zamparini e la contestuale presentazione dei rappresentanti della nuova proprietà ha lasciato parecchi dubbi e molte perplessità, sia per le cose dette e non dette, ma anche e soprattutto per la riservatezza che, a detta dell’advisor di Financial Innovations Maurizio Belli, impone l’obbligo di non svelare – almeno per il momento – chi realmente ha acquistato la società.
Come era prevedibile non sono mancate le polemiche e le prese di posizione sia in ambiente giornalistico che tra i tifosi, che sembrano essere divisi ancora più di prima. La nostra redazione ha voluto conoscere il parere di Liborio Polizzi, storico ex presidente del Palermo calcio nella metà degli anni ’90.
Che idea si è fatta di questa cessione? Secondo lei è davvero finita l’era di Zamparini?
“Come tutte le azioni degli ultimi anni di Zamparini, anche questa cessione lascia spazio a qualche perplessità. Al pari di tutti i tifosi leggo i giornali e seguo le varie notizie. Ma quando si parla di società quotata in borsa e poi in conferenza si dice che ad essere quotati in borsa sono alcuni investitori, che è una cosa ben diversa, poi si sente parlare di società costituite da poco con un capitale sociale esiguo, tutta questa azione, per usare un eufemismo, è un poco nebulosa. Ma io mi limito al mio ruolo istituzionale di tifoso del Palermo e devo solo ben sperare che tutto vada per il meglio ed andare allo stadio.”
Nel periodo della sua gestione societaria, Lei sicuramente non vantava i mezzi economici di Zamparini, ma quello che non mancava era l’attaccamento dei tifosi alla squadra:
“A quei tempi si era un tutt’uno, la dirigenza, i giocatori e i tifosi a partire da Trapani, perché in quel periodo si giocava lì. Si lavorava in un contesto per così dire ”familiare”, molto bello e la squadra viveva per davvero la città, era la sua immagine. Si partecipava molto più spesso agli eventi cittadini e i giocatori andavano a trovare gli ammalati in ospedale, era davvero tutta un’altra cosa. Ma questa differenza non può essere addebitata a Zamparini: è il calcio che si è evoluto ed è cambiato. Come Direttore Generale avevo scelto Perinetti, lo portai da Napoli a Palermo, una persona davvero seria e competente.”
Zamparini all’inizio della sua avventura palermitana è stato accolto come un re. Dopo 16 anni il rapporto con i tifosi è pessimo. Secondo lei, che è stato Presidente del Palermo, cosa non ha funzionato e cosa è mancato da parte del Patron?
“Zamparini sarà ricordato come un ottimo presidente, prima però dovranno passare una decina d’anni, come è accaduto per tutti gli ex presidenti. Sarà ricordato come colui che ci ha regalato 12 anni di serie A, qualche apparizione nelle coppe europee e una finale di Coppa Italia. Purtroppo ha sbagliato a relazionarsi con la città, alcuni lo definiscono vulcanico, per me invece è confusionario, vive d’istinto, il suo ego è sconfinato e nel suo mondo esiste solo lui, tutto il resto è a libro paga. Tra l’altro tutte le persone che hanno gravitato attorno a lui sono stati ben retribuiti, molti lo hanno fatto in maniera professionale, altri invece ne hanno approfittato. Va comunque sottolineato l’aspetto dell’uomo: Zamparini è di una generosità come pochi, ha fatto parecchie opere di beneficenza, che non spetta a me elencarli, ma posso assicurare che ha donato moltissimo a tante persone di Palermo, non ha mai fatto mancare il suo sostegno economico. La colpa di Zamparini è la sua incapacità a comuicare, ma in ogni caso per me resta un uomo che a questa città ha dato tantissimo a livello sportivo.”
Da diverso tempo il Palermo gioca in uno stadio quasi deserto, a suo avviso è giusto lasciare sola una squadra che comunque è capolista e sta andando abbastanza bene?
“Assolutamente non è giusto, secondo me il vero tifoso deve svolgere il suo compito che è quello di andare allo stadio a tifare. Abbiamo una squadra prima in classifica che sicuramente andrà in serie A, sia perché ne ha i mezzi, sia perché ci sarà una sorta di compensazione per quello che ha subito lo scorso anno. Sono assolutamente fiducioso.”
Cosa si sente di dire ai tifosi, magari ai più scettici ed a chi continua a disertare lo stadio?
“Voglio dire solo una cosa: ragazzi la dobbiamo smettere tutti, dobbiamo tornare allo stadio! Ai miei tempi i tifosi si lamentavano per le formazioni; decisi, una volta, di metterli in crisi facendo scrivere a ciascuno di loro la formazione ideale. Uscirono fuori tante formazioni diverse perché, oggi come allora, ognuno esprime il proprio pensiero ed alla fine non si è mai tutti d’accordo. L’unica cosa che sappiamo fare, ed anche bene, è tifare tutti insieme. Ho trovato qualche giorno fa, fra le mie reliquie preziose, una vecchia sciarpa rosanero, l’ho ripulita e la riporterò allo stadio di nuovo con me. Su Zamparini si può disquisire quanto si vuole, ma lo dico con molta chiarezza, è un uomo ha portato il vero calcio a Palermo, prima di lui nessuno, dopo di lui vedremo”
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