Molto spesso il mondo del calcio è un mondo finto, di frasi fatte, di buonismo e di ipocrisia.
La più frequente delle ipocrisie calcistiche è non festeggiare un gol quando viene realizzato contro una ex squadra. Ma pensiamo davvero che dei professionisti che lavorano per una società con la quale hanno degli obiettivi da raggiungere non gioiscano se fanno un gol alla loro ex squadre? Pensiamo che soffrono?
Tranne rarissimi casi in cui rimane un legame fortissimo con la propria ex squadra, il resto è solo sceneggiata, ipocrisia. Se Rispoli segnasse il gol vittoria contro il Brescia (sua ex squadra 10 anni fa) nella finale play-off, non sarebbe naturale esultare? Bisogna apprezzare chi ha il coraggio di non essere ipocrita e dare sfogo alle proprie emozioni.
Questo non significa non avere rispetto per la società in cui si è militato o per i suoi tifosi. Il calcio è un grande circo, oggi sto qua domani vado là; nella carriera di un calciatore succederà tante volte di incontrare ex squadre. Del resto Alino Diamanti ha giocato nel Palermo solo una stagione, peraltro schierato raramente; ovvio che non ha creato un grosso legame con la società. Rileggendo le sue frasi Diamanti ha stabilito un feeling particolare con la piazza ma non con il patron, probabilmente responsabile di tante sue esclusioni dalla formazione titolare. Il solito discorso, dare spazio a giovani per valorizzarli darne meno a giocatori a fine carriera da cui non poterne ricavare molto.
Diamanti è un toscano purosangue e i tifosi del Livorno sono fra i più sanguigni e caldi d’Italia.
Quello di Diamanti al Livorno è un ritorno e Alino è un beniamino dei tifosi; pensare che possa fare un torto alla sua gente significa preferire l’ipocrisia alla naturale manifestazione di una emozione.
“Amo Palermo, dove sono stato benissimo e spero che vinca il campionato così come spero che il Livorno si salvi”. Questa dichiarazione d’amore è già sufficiente.
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