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La mia stima nell’attuale D.S. rosanero, credo si evinca da alcuni articoli precedenti (Rino Foschi, l’ultimo -dei passionali – In questa gran confusione una sola certezza)
di qualche giorno fa.
Oggi però, alla luce delle ipotesi lette sulla stampa, il quesito è un altro: Foschi presidente. Sì o no? Foschi presidente mi piace perché è una persona seria; perché dopo tanti anni di duro lavoro se lo merita; perché è uno che conosce il campo e sa che non si deve invadere; perché la sua professionalità è una garanzia in questo momento di caos; perché conosce bene la piazza e sa toccare le corde giuste; perché è l’unico anello di congiunzione tra vecchio e nuovo; perché da mesi ha la baracca sulle spalle e andrebbe premiato; perché è un dirigente sportivo di alto profilo; perché sarebbe giusto che chiudesse la sua prestigiosa carriera con questo titolo; perché ha grande esperienza e popolarità fra i colleghi; perché è stimato nel mondo del calcio e darebbe lustro ai colori rosanero; perché così eviteremmo profili sconosciuti o di basso interesse calcistico.
Per tutte queste ragioni l’idea mi piace. Ma anche no. Perché… perché rischierebbe di essere distratto dalle cose della squadra che potrebbe subirne un contraccolpo; perché non si occuperebbe più del mercato dopo avere fatto operazioni straordinarie in passato e miracoli di recente; perché rischierebbe, in questo caos totale senza riferimenti certi, di essere il parafulmine di tutto, il capro espiatorio di qualunque errore o inciampo a cui una proprietà nuova ed inesperta può andare incontro; perché mi dispiacerebbe che venisse considerato solo una figura simbolica, rappresentativa senza poteri e forza decisionale.
Insomma non vorrei che diventasse il pupo di qualcuno. Non solo non se lo merita ma soprattutto, col suo carattere, durerebbe due ore. Con affetto.
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