Tommaso Augello, classe 94’. Adesso terzino protagonista con il suo Spezia, si è raccontato per gianlucadimarzio.com:
“Sono un ragazzo normale. Studio, gioco a freccette e guardo Prison Break. Il mio sogno? Una partita in Serie A”
Di seguito un estratto dell’intervista rilasciata al sito di Gianluca di Marzio:
Cosa faceva prima della nostra chiamata?
“Stavo studiando! Vorrei provare a dare almeno due esami. Me ne mancano sette per la laurea in Scienze sociali per la globalizzazione”.
Le tue passioni nel tempo libero?
“Le freccette! Giocavo spessissimo con mio fratello, è una cosa che mi porto da bambino, anche qui a La Spezia ci gioco in casa”. La PlayStation? “Massimo tre, quattro partite a settimana. Una volta ho giocato con me stesso, ma ero troppo scarso. Meglio Football Manager”. Inoltre mi piace guardare le Serie Tv: Prison Break! E’ la Serie A delle Serie Tv”.
La tua storia, cosa volevi fare quando eri piccolo?
“Volevo fare il calciatore”. Non ne ero ossessionato, però volevo farcela”. Un percorso non facile per il terzino dello Spezia. Cresciuto nella scuola calcio del Cimiano, dove è venuto fuori Mattia De Sciglio, e ogni anno il Milan acquistava piccoli talenti, ma mai Tommaso: “Quando ero al Cimiano, molti miei compagni costantemente a fine anno andavano al Milan, mentre a me dicevano sempre “non ti prendono perché non hai il fisico”.“Io vengo dal dilettantismo, e i dilettanti insegnano tanto. La testa è la qualità più importante per giocare a calcio, anche più del talento. Quello non basta per giocare con i grandi. Il dilettantismo è stata una palestra di vita.’A 17 anni arrivai al Pontisola che ero un ragazzino. Ricordo che mi svegliavo alle sette del mattino, andavo a scuola, veniva a prendermi mio padre, andavo all’allenamento, dopo tornavo a casa e studiavo, se ci penso adesso mi viene da sorridere”.
Cesare Albè, una guida per il giovane Tommaso
“Quando andai via dal Cimiano, mi voleva la Giana. Cesare Albè mi seguiva da tempo, ed io gli diedi la mia parola. Loro però erano in Promozione, e di fronte all’offerta del Pontisola, lo stesso Albè mi disse “vai sono due categoria in più di noi”. Tre anni dopo il mondo si capovolse: “La Giana era appena salita in Serie C, ed io pensavo di meritare una chance tra i professionisti. Così ci siamo rivisti, ed Albè non aveva cambiato idea su di me”. Quando andai in spogliatoio i ragazzi scherzavano “finalmente Augello così il mister la smette di parlarci di lui”. ‘’Cesare Albè ha totalmente cambiato il mio modo di pensare, e smontato tutte le mie idee con cui ero cresciuto. E’ una persona umanamente di un altro livello. Per lui non esisteva il ritiro. I suoi calciatori dovevano stare con la famiglia, era fondamentale per lui che stessimo con i nostri cari. Quando eravamo in pullman lui si sedeva con noi. Mi ha fatto capire la semplicità del calcio. Tante cose sono superflue e non hanno nulla a che vedere con quello che poi accade in campo. Dovevamo trovarci bene insieme, altrimenti i risultati non arrivavano. Avevamo lo spogliatoio diviso da quello dell’allenatore ovviamente, e lui ci diceva sempre che avremmo dovuto buttare giù quel muro e stare insieme. Il confronto per lui è la cosa più importante, e non una debolezza, ma un suo punto di forza. Chiedeva a noi consigli su quale potesse essere il bene della squadra. E’ una persona speciale”.
Ricordi particolari con lui?
“Quando vincemmo 4-3 in rimonta con la Viterbese mi ha abbracciato fortissimo come fossi un figlio. Quando sono andato via, ho dovuto convincerlo per venirmi a salutare, mi ha detto “azzera tutto ora è una nuova esperienza per te e non aver paura. Tu puoi farcela”.
Arriva lo Spezia, l’occasione per il salto di qualità
Poi arriva lo Spezia, un’occasione da non rifiutare.. “Il direttore Andrissi, parlò con il mio procuratore, dicendomi che se Migliore fosse andato in A, avrebbero preso me. Migliore rimase allo Spezia, ma Andrissi mi volle lo stesso”. Ancora Albè protagonista:
“Ormai con lo Spezia era tutto fatto, dovevo giocare l’ultima amichevole con la Giana contro l’Atalanta. Albè prima della partita disse “tranquilli che Augello al 99% resta con noi” era il suo modo di fare davvero unico”. Poi un primo anno in Liguria, in cui non sono mancati i momenti di incertezza: “Nel mercato invernale, ebbi il pensiero di voler tornare a giocare in Serie C. Non perché non mi sentivo all’altezza, ma facendo così poche presenze, pensai, di rimettermi in gioco”. Ma … “Andrissi, si arrabbiò tantissimo, quando gli dissi questa cosa. Disse che lui non aveva preso questo tipo di calciatori, che stavo migliorando e le somme si sarebbero tirate a fine anno. Devo ringraziarlo, perché andare via sarebbe stato un errore tremendo”.
“Quest’anno sto avendo la possibilità di giocare con continuità. Penso che se sto bene fisicamente posso dimostrare ancora tanto. Le aspettative si sono alzate e voglio continuare con queste prestazioni”.
Su Marino
E’ un allenatore molto pacato che pretende tanto da noi. Mi ha dato tanta fiducia. Ha anche dichiarato di non aspettarsi un impatto così forte da qualche suo giocatore tra cui io. Spesso mi parla, mi fa capire tante cose, con espressioni che è meglio non ripetere. Dobbiamo migliorare in trasferta, abbiamo una squadra forte, possiamo fare bene. Quest’anno sto avendo la possibilità di giocare con continuità. Penso che se sto bene fisicamente posso dimostrare ancora tanto. Le aspettative si sono alzate e voglio continuare con queste prestazioni”.
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