Questo il titolo del Giornale di Sicilia, oggi in edicola, dove Benedetto Giardina cerca di spiegare l’intricata vicenda di società, fondi e sottocomparti che ruotano attorno alla cessione del Palermo.
“La Abalone è collegata sia all’advisor di Zamparini che ad Eight Capital.
Una nuova scatola. Diventa sempre più determinante il ruolo ricoperto da Belli e Facile”.
La trama si infittisce o forse si complica soltanto per chi non è esperto di economia e finanza. Ma bisogna essere molto esperti per capire l’intreccio a scatole cinesi che gira intorno all’intera operazione cessione.
Come scrive Giardina, c’è una piccola città vicino La Valletta che è sede della compagnia ABALONE.
La città si chiama pietà e “non è un’invocazione ma un punto di incontro di tutti i movimenti riguardanti la cessione del Palermo”.
Abalone, scrive il giornale, risulta essere collegata sia a Belli (l’advisor di Zamparini) che a Eight Capital (il fondo di Treacy), di cui è principale azionista, attraverso un sottocomparto(Value Added Fund).
Abalone è una compagnia con molti membri italiani che è proprietaria i 10 fondi, ognuno dei quali controlla almeno un sottocomparto; in gergo si chiamano Fondi ombrello.
“Non solo: Abalone e Financial Innovation (la società di Belli), risultano avere collaborato nell’acquisizione di Alba Media (l’editore di Pop Economy, dove Richardson ha fatto il primo annuncio) e nel tentativo di salvataggio della Melegatti, missione poi non portata a termine”.
Tutte le strade porterebbero a Pietà.
Per la verità pietà è anche un termine usato dai tifosi rosanero rispetto a tutte le ingarbugliate vicende relative al closing.
Ieri intanto il cambio di nome è stato registrato alla Companies House; i passaggi burocratici proseguono ma di soldi veri ancora non ci sono notizie.
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