Quando nel 2002 arrivò a Palermo Maurizio Zamparini fu considerato il classico industriale del Nord pieno di soldi e progetti ambiziosi . Friulano purosangue, aveva tutte le caratteristiche che si sposarono perfettamente con la gente palermitana assetata di prestigio e abbondanza economica dopo decenni di austerity finanziaria. Ed il matrimonio fu felice , felicissimo . Diventò un imperatore .
Veniva dal Venezia ma era già stato il patron del Pordenone , suo primo Club di calcio .
A Venezia fu odio-amore e poi di nuovo odio, alla fine .
Poi Palermo . Erano gli anni d’oro per Zamparini , friulano orgoglioso di esserlo e mai sentimentalmente lontano dalla sua terra. Erano gli anni della catena commerciale Mercatone Zeta (MZ, venduto ai francesi di Conforama). E poi furono gli anni del progetto ambizioso di voler costruire una città su mare , Monte Mare Grado; forse quello fu l’inizio della fine.
In questi giorni di grandi difficoltà personali, i colleghi friulani del Messaggero Veneto stanno dedicando ampio spazio a Zamparini ed è questa loro storia che voglio presentarvi.
“Si è sempre definito un uomo del popolo, specialmente in un mondo, quello del pallone, nel quale si è ritrovato a combattere contro Agnelli e Berlusconi. Ha sempre detto quello che pensava a costo di rimetterci. Quello che qualche mese fa ha lasciato il Palermo è lo stesso presidente che all’inizio degli anni ‘80 cominciò la sua storia nel mondo del pallone acquistando il Pordenone.
Oltre ai centri commerciali, Maurizio Zamparini aveva un altro sogno in Friuli : quella città in mezzo al mare, che non è mai riuscita a decollare. Monte Mare Grado doveva essere un maxi-progetto (800 milioni il costo) immobiliare, turistico, residenziale e termale che non è mai stato nemmeno avviato sia per l’opposizione trovata tra i gradesi sia per lungaggini burocratiche che, a dire dello stesso Zamparini, avrebbero portato l’ambizioso piano in un vicolo cieco, fino a farlo morire. E anche in questo caso, il nome di Zamparini si intrecciava con un caso nazionale come quello della Banca popolare di Vicenza. Infatti, uno dei debiti più rilevanti in assoluto verso la banca di Vicenza, pari a 59 milioni di euro, risulta essere quello della Monte Mare Grado srl, società che fa capo a Maurizio Zamparini che tuttavia, nel giugno 2013, rinunciava alla lottizzazione.
“Vivere in Laguna”, questo il nome dell’insediamento che Zamparini cercava di realizzare, riguardava una zona letteralmente abbandonata. Secondo i piani, il villaggio di case sull’acqua, con servizi, attività, impianti sanitari e sportivi compreso il campo di golf per 500 milioni di euro avrebbe dato lavoro a centinaia di persone.
L’ultimo salto all’indietro nell’estate del 2017. Da allora il calcio giocato ha lasciato spazio alle trattative di cessione del Palermo. E l’uomo del popolo è rimasto sempre più solo”.
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