Sembra strano. Sembra quasi che io e Bellusci avessimo parlato prima del mio articolo. Ma non è così. Ho solo capito quello che possono provare i giocatori.
Ieri a pranzo ho scritto un articolo dal titolo “Isolarsi ? Certo sarebbe bello. Ma non è semplice. I giocatori non sono marziani”
Fra le altre cose dicevo: “se c’è grande incertezza per il futuro, secondo voi un dipendente lavora tranquillo? Svolge le sue mansioni come sempre? Oppure si sente spaesato, confuso, preoccupato? Per vincere ci vuole equilibrio, armonia. I risultati sono frutto di programmazione, di equilibrio e di certezze. Non basta il cuore né la professionalità, che questi ragazzi hanno sempre messo.”.
Ma non sono i contenuti dello sfogo di Bellusci? Una conferenza fra le più sincere ed emozionanti che ho ascoltato in tanti anni di Palermo. Lo aspettavo anche al mio microfono a fine gara e non è venuto. Ora capisco perché. Era abbastanza scombussolato per le parole rilasciate poco prima ai colleghi in mix zone. Ecco le parole del difensore rosanero:
“Non sappiamo in mano a chi stiamo, la squadra è mentalmente fragile per tutte le circostanze societarie che ci sono. Non abbiamo nessuna garanzia, solo Foschi e Stellone provano a proteggerci da tutto e da tutti. Siamo da soli…
Bisogna aspettare il 15, per gli stipendi, perché la gente dice vabbè fino a chè non prendete lo stipendio dovete star tranquilli”, Non è così, non è che si deve aspettare solo la scadenza del 15 , la prospettiva qual è? a me interessa la prospettiva, il futuro, non mi interessa se il 15 entra lo stipendio, mi interessa qual è il nostro futuro perché non sappiamo di chi siamo.. Oggi abbiamo dato un segnale che siamo squadra vera, che siamo con l’allenatore, siamo col direttore , perché abbiamo risposto sul campo.
Io voglio vincere il campionato, voglio la serie A, quella che ho perso l’anno scorso, quella che provano a farmi perdere ancora. Eh? Dobbiamo stare insieme tutti. Compattiamoci, pure voi con i giornali, con la gente, insieme per la serie A”.
Chiare la parole di Bellusci? Esprimono o no le stesse perplessità manifestate dalla stampa nelle ultime settimane? Quella stampa che Bellusci ritiene sua alleata e non nemica come qualcuno si ostina ciecamente a pensare. Il nemico non è la stampa.
Con affetto, Carlo Cangemi
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