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Ritorno in battello con i tifosi del Venezia

A Venezia l’unico modo che c’è per raggiungere lo stadio è prendere il battello che, per i lagunari, equivale al nostro autobus. A meno che non ci si vuole fareuna lunga, ma molto lunga, passeggiata a piedi. Della durata di circa un’ora e mezza. Un po’ come a voler raggiungere il Barbera da via Oreto. Si può fare, ma devi essere allenato ed avere voglia di camminare. Ieri sera, dopo interviste, foto, video e lanci sul sito, siamo usciti dal ”Penzo” verso mezzanotte, in tempo per prendere l’ultimo battello di linea che va a Piazzale Roma, zona di parcheggio della nostra auto e luogo di scontri dello scorso anno nella gara dei play-off.
Sullo stesso battello, diversi tifosi del Venezia, tutti non giovanissimi, diciamo fra i 30 ed i 50 anni. Stavo lavorando alle ultime cose sul sito, aggiornando e inserendo materiale, per loro non è stato difficile capire la mia origine palermitana. È iniziata una pacifica discussione su diversi temi (il viaggio dura circa 30 minuti), alla fine della quale ho chiesto loro il permesso di pubblicare quanto ci eravamo detti. A patto di non svelare la loro identità, mi hanno autorizzato a farlo.
E ho deciso così di raccontarvi questa mia esperienza con gli ”odiati” tifosi Veneziani, mettendo in sintesi i loro principali concetti.

“Risultato giusto. Il Palermo ha strameritato il pareggio. È evidente che i rosanero sono una squadra più forte sia fisicamente che tecnicamente.”

“Non riusciamo a capire perché lo scorso anno siamo arrivati ai play-off e quest’anno rischiamo di retrocedere. Però succede spesso in serie B che una squadra che è arrivata in alto l’anno precedente, il successivo rischia parecchio (Io ho fatto l’esempio del Trapani)”.

“Un motivo importante sicuramente è che la società ha venduto i pezzi migliori e non li ha sostituiti adeguatamente”.

“Tacopina è arrivato promettendo mari e monti e si sta rivelando un bluff. Meglio se si sta in America a fare l’avvocato”.

“Paradossalmente ci odiamo ma dovremmo essere come fratelli, visto che abbiamo subito la stessa sventura, e cioè Zamparini”

“Anche a noi Zamparini ci ha fatto toccare il cielo con un dito e poi ci ha abbandonato. Il problema è stato lo stadio. Non gli hanno dato l’autorizzazione per costruirlo e ha mollato tutto. Anche da voi sta facendo così, no?”

“Dovremmo essere uniti nella disgrazia e invece ci detestiamo. Ma è per via del gemellaggio che avete col Padova, nostro eterno rivale”.

Il battello è giunto a destinazione, ci salutiamo dandoci appuntamento in Serie A.
Ed io vado via, per la fredda ma incantevole Venezia, riflettendo su quello che mi hanno detto, soprattutto alla fine.