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Passo indietro di 50 anni: Altafini e quel gesto alla curva mai digerito.

Oggi Valerio Tripi, nell’edizione odierna della Repubblica, ha voluto ricordare, e raccontare, un aneddoto che forse i più attenti e veterani tifosi palermitani non hanno mai dimenticato. Era il 16 marzo del 1969 e alla Favorita, andava in scena una delle partite più ‘pittoresche’ di quella stagione, e non solo per il divertente risultato. Dopo 50 anni, l’attaccante brasiliano Josè Altafini, non vuole ricordare quel gesto, arrecato alla curva Nord del Palermo dopo il gol arrivato su calcio di rigore, abbastanza discutibile. Il direttore di gara era il signor Sbardella, il quale assegnò un rigore assolutamente inesistente, che fu poi trasformato dall’attaccante brasiliano, con tanto di provacatoria esultanza; per di più sul punteggio di 3-2, non fu assegnato un netto rigore ai padroni di casa, che si videro invece fischiare la fine del match. Poche volte alla favorita, è andata in scena una partita dalle così tante polemiche: invasione di campo, 16 feriti, altrettanti arrestati, e un elicottero per salvare l’incolumità dell’arbitro. Quale il gesto che provoco questo enorme parapiglia? quello di Altafini, che dopo più di 50 anni dice la sua: “Io quel gesto non l’ho mai fatto, non capisco perchè se ne parli ancora dopo 50 anni”. Non tutti, a dire il vero, si accorsero di quel gesto, nemmeno Mike Palazzotto, il fotografo del match: “ero in tribuna laterale a scattare le foto, e sul momento non mi accorsi di nulla, solo quando osservai per bene il rullino delle foto, mi accorsi di quel gesto; il mio lavoro andò comunque in frantumi, perchè mi cadde la macchina fotografica, e si bruciò la pellicola, durante gli scontri”. Al termine del match, la polizia fermò a fatica il caos creatosi, il presidente del Napoli fu scortato e ricoperto di giubbotto antiproiettili, e Josè, l’artefice di tutto, si ‘salvo’, vestito da carabiniere, anche se, lui stesso, affermerà di aver indossato soltanto il berretto. La ‘barzelletta’ non terminò certamente qui: Altafini fu trascinato in tribunale e, a quererarlo, furono 40; Franca Chiarenza, la prima della lista e il pm palermitano Gioacchino Agnello per il brasiliano. la richiesta? 20 giorni di reclusione per aver commesso atti indecenti in luogo pubblico. Il brasiliano tornò cosi nel capoluogo, per spiegare le sue ragioni: “tornai a Palermo per difendermi e parlai subito con la signora, per spiegarle esattamente come fossero andate le cose; lei ha capito e ritirò la querela, così come tutti gli altri. “Fu una giornata di merda” racconta ancora Josè, “perchè mi tormentano da 50 anni”. Aldilà di questo sconcio retroscena, vogliamo davvero ricordare chi era Altafini? Colui che vinse un mondiale con il Brasile e  la prima coppa dei campioni italiana con il Milan; caro Josè, la legge però è uguale per tutti, e si sa, gli aneddoti negativi sono quelli che per sempre verranno ricordati, insieme alle vittorie.