Anni bui quelli vissuti da Gasperini a Palermo: i rosanero che retrocedono per la prima volta nell’era Zamparini, nonostante una squadra assolutamente in grado di centrare la salvezza. I tecnici? Prima Sannino, poi Gasperini, poi Malesani, nuovamente Gasperini e infine Sannino.
Si, proprio quel Gasp che all’Atalanta ha costruito un gioiello invidiabile in tutta Europa. Il “Maestro”, termine di cui si abusa – vedi Ventura -, che però ad oggi risulta appropriato. Ma come fu possibile che con Miccoli, Ilicic, Barreto, un giovanissimo Dybala e proprio col tecnico ex Genoa e Inter si retrocesse? Oltre alle solite scelte, assurde, incomprensibili di Zamparini, una spiegazione prova a darla proprio l’allenatore.
Gasperini intervistato da Alfredo Pedullà per il Corriere dello Sport ha rivelato che a Palermo in quell’anno lui era proprio assente: “«L’unica stagione che ho davvero bucato. Non volevo andarci perché lì avevo giocato e conoscevo la fama di Zamparini, il mangiallenatori che aveva appena licenziato Sannino. Me la concesse, ma poi mi cacciò, mi richiamò, un inferno. Quell’anno non c’ero proprio, un fantasma”.
“Ma non tatticamente, proprio mentalmente. Avevo perso mia mamma e mio papà nel giro di 25 giorni. L’unico flop della mia vita in panchina, ero triste e depresso”. Insomma Gasp non visse un bel momento in rosanero, tanto da etichettarlo come il momento peggiore della carriera. Non paragonabile neppure a quando fallì con l’Inter, perchè per sua stessa ammissione – quella non era l’Inter di oggi, non era un grande club -.
Fu il triste epilogo di un tecnico bravo, ingegnoso, coraggioso che in Sicilia non ebbe il tempo di maturare le sue idee, il suo credo calcistico che ha reso oggi il calcio bergamasco un faro in Italia e non. Non è colpa del mister intendiamoci, Guidolin è stato esonerato innumerevoli volte per citarne uno, senza dimenticare Delio Rossi. Qui è un inferno per ogni professionista della panchina, per ogni progetto che viene stroncato sul nascere.
La programmazione non esiste e Gasperini è stato vittima di un sistema che prima fa gola ma poi ti scarica. Diciamo che a sorridere fu “solo” il portafogli, perchè la clausola anti-esonero era parecchio ghiotta così come il contratto. Ma il tempo è la migliore medicina e Gasperini ha dato una risposta forte, se mai ce ne fosse bisogno.
Perchè ricordiamoci, che quel Palermo, non giocava affatto male: i rosanero dominavano spesso le partite ma poi, soprattutto in quell’annata, prendevano sempre gol a una manciata di minuti dal termine delle partite. Indimenticabile un Cagliari – Palermo 1-1 con Ilicic che sbloccò su assist di un infermabile Dossena, partita poi pareggiata dai sardi a tempo scaduto con Thiago Ribeiro.
Perchè nel calcio molto spesso è destino, sono annate storte o fortunate a scrivere la storia, molto più di quanto si possa immaginare. Il lavoro aiuta ma la dea bendata della fortuna deve stare sempre lì pronta a colpirti in caso di necessità. Gasp ha poi trovato la sua dimensione e si è risollevato, il Palermo no. Quella storia si sta concludendo oggi, con il fallimento alle porte e con un progetto inesistente, non pervenuto.
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