Per quanto possibile, abbandoniamo le vicende legate alla cessione societaria, le ipotesi su possibili presidente o direttore e concentriamoci sul campo, anche perché sabato pomeriggio a Livorno è in programma una di quelle partite da dentro o fuori, che, dopo la grande occasione sprecata con il Padova, il Palermo è chiamato a vincere.
Per compattare l’ambiente, per stimolare la squadra, per presentarsi nel miglior modo possibile, oggi è stato deciso di effettuare il previsto allenamento pomeridiano a porte aperte, allo stadio Renzo Barbera. E il risultato è stato strepitoso: entusiasmo alle stelle da parte di tanti tifosi rosanero che hanno probabilmente anche rinunciato alla tipica gita fuori porta per manifestare a questa squadra tutto il loro affetto.
Ovviamente tripudio e grande accoglienza per Delio Rossi, il tecnico più amato dai palermitani e indimenticato allenatore del periodo più bello della storia rosanero. Di seguito, le foto e i video realizzati allo Stadio Renzo Barbera.
Ma anche qualche coro contro Daniela De Angeli, segretaria storica di Maurizio Zamparini.
Un ritorno storico
Non c’è dubbio che a Delio Rossi sono legati i ricordi più belli del popolo rosanero. E non soltanto perché la sua figura è legata alla storica finale di Coppa Italia persa all’Olimpico contro l’Inter, di fronte a 40.000 tifosi rosanero che invasero la capitale. C’è dell’altro come per esempio il quinto posto conquistato nella stagione che vide il Palermo sfiorare la Champions League con il record di punti, 65. Ecco perché tanto affetto circonda il ritorno di Rossi. Però, questa volta non avrà Pastore, Miccoli, Cavani o quel Liverani con cui adesso si giocherà la Serie A. Corsi e ricorsi storici. Perché proprio il Lecce che lui guidò alla promozione contro il Palermo è la squadra che adesso dovrà cercare di scavalcare per garantirsi il rinnovo del contratto che probabilmente sarà formulato in questo modo.
È ancora vivo il ricordo delle lacrime che accompagnavano l’uscita di Delio Rossi prima la sera dell’Olimpico. Il Palermo immeritatamente consegnò la Coppa Italia nelle mani dell’Inter. Poi, a distanza di qualche giorno in quella commovente conferenza stampa in cui diceva addio (o forse arrivederci) ai colori rosanero, sia per le divergenze che lo legavano a Zamparini sia perché probabilmente più di altri, aveva capito che il magico ciclo rosanero stava per esaurirsi. E così è stato. Dalla notte dell’Olimpico, solo dolori e delusioni.
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