Il Palermo non può più fallire: ad Ascoli è l’ultima chance per i ragazzi di Delio Rossi, con una sconfitta si regalerebbe la promozione diretta al Lecce che guarda comodamente dal divano di casa.
Tra uno scossone societario e l’altro, i rosanero vanno in terra ascolana per alimentare le speranze di Serie A senza passare dall’inferno dei playoff. Ma i rimpianti sono tanti, se si considera che con la sconfitta del Lecce a Padova, sarebbe bastata una vittoria con Livorno o Spezia per avere il destino nelle nostre mani.
Ma forse meglio così: questo gruppo ha dimostrato di non sapere reggere la pressione e paradossalmente ora potrebbe avere la possibilità di esprimersi al meglio, dato che è tutto o quasi, rimandato alla capacità dei pugliesi a cui basterà vincere in casa con lo Spezia all’ultima giornata per far festa.
Rossi deve già preparare i playoff: vincere oltre che alla classifica servirà all’autostima e a dare indicazioni e certezze al tecnico, subentrato con grandi aspettative a Stellone. Delio l’aveva già detto – non sono un mago -, come dargli torto ma è pur vero che questa squadra non è che venisse da una serie di dieci sconfitte consecutive, quindi è lecito aspettarsi qualcosa di più.
Purtroppo non c’è il lusso del tempo e si deve fare tutto e in fretta, se non è già troppo tardi. Ovviamente non si mettono in discussione le capacità di Rossi che è sicuramente l’uomo migliore con cui affrontare gli eventuali spareggi promozione. Tuttavia ci si attendeva qualche cambiamento in più: premesso che la coperta è un po’ corta e forse il Palermo non gode di tutta questa profondità nella rosa, non almeno così tanto di come si è voluto pensare in certi momenti. Non è un caso però l’esclusione dal primo minuto di Trajkovski in ben due gare, segno che il tecnico ex Lazio sta provando a imprimere la sua impronta alla squadra.
Ad Ascoli farà a meno di Nestorovski che rimane a casa per un affaticamento muscolare (forse meglio così?), spazio per Puscas reo di avere perso terreno nelle ultime giornate anche a causa di qualche comportamento fuori dal campo non proprio irreprensibile.
È l’occasione di vincere alla prima partita con la nuova proprietà, che onestamente lascia ancora un po’ perplessi, siamo ancora scottati dagli inglesi. È l’occasione per rispondere sul campo a un gesto molto poco elegante di tutti quei club di B che hanno chiesto la nostra esclusione dal campionato (in barba ai suoi tifosi, alla sua città e alle persone che lavorano nel club e non guadagnano certo cifre astronomiche come i giocatori). Nel bene o nel male, c’è da unirsi intorno a questo gruppo di calciatori che giocheranno per il futuro – mai come oggi incerto – della nostra società.
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