Leandro Rinaudo, idolo della curva nord, si è gentilmente concesso ad un’interivista per TifosiPalermo.it. L’ex difensore rosanero ma anche della Juventus e del Siena (a testimonianza dell’ottima carriera) è stato molto chiaro nell’esaminare il percorso della squadra di Rossi in questo campionato e le possibilità di salire in Serie A.
Leandro, credi possibile che i rosanero possano scavalcare il Lecce all’ultima giornata?
“Nel calcio tutto è possibile, io ci credo. Abbiamo avuto la prova in competizioni importanti come la Champions. Guardate cosa è accaduto al Liverpool e al Tottenham, dunque mai dire mai. E’ chiaro che il Lecce giocando in casa e potendo contare sul proprio risultato ha un piccolo vantaggio. Perchè dipenderà solo da loro. Ci sarà grande entusiasmo ma non è detto che vincano”.
Se il Palermo non dovesse salire sarebbe un fallimento, credi che la società abbia influito? Questi problemi hanno un impatto sui giocatori?
“Sicuramente le vicissitudini societarie hanno toccato delle corde, che non dovrebbero essere toccate e che destabilizzano un attimino. Allo stesso tempo diciamo la verità: Stellone e Foschi sono stati bravissimi a stare vicini alla squadra e a proteggerla. Le situazioni hanno influito ma il Palermo è una squadra importante che per buona parte ha fatto un grande campionato. La serie B però è imprevedibile e siamo arrivati a un punto che nessuno si augurava”.
Quindi effettivamente c’è un forte impatto sui giocatori? O sono solo alibi?
“Indubbiamente hai una situazione meno tranquilla rispetto ai tuoi concorrenti che navigano in acque più serene, da un punto di vista societario. Però voglio precisare che non darei al 100% la colpa della mancata promozione alle vicende che hanno travolto la società. Perchè come dicevo prima, Stellone e Foschi sono stati vicini ai calciatori, non li hanno lasciati soli. Hanno fatto un lavoro straordinario e i giocatori hanno ringraziato loro per questo lavoro”.
Qual è la tua prima impressione sui nuovi proprietari?
“Io obiettivamente ad oggi faccio fatica a valutarli. Per un motivo semplice, non li conosco. Mi auguro che diano al Palermo la serenità che manca da tempo. Ma non conoscendoli posso solo sperare che sia la volta giusta che sia arrivata una proprietà solida che tiri fuori i rosanero da questa situazione spiacevole”.
Tornando all’ottimo rapporto che si era creato con Stellone e Foschi: pensi che i giocatori nelle ultime settimane, anche incosciamente, abbiano potuto giocare un po’ contro Rossi? O comunque abbiano lottato meno in quanto mancava Stellone?
“Assolutamente no, chi gioca a questi livelli è un professionista. I giocatori sanno che devono essere seri al 100% e non credo che possano avere mai pensato qualcosa del genere. Sicuramente potevano essere vicini a Stellone perchè avevano un rapporto molto empatico. Ma nel calcio i cambi di allenatori e direttori sono all’ordine del giorno, dunque non credo a queste cose”.
Il ricordo più bello che ti porti dietro da giocatore del Palermo?
“Io sono cresciuto nel settore giovanile rosanero e l’esordio in Serie A in quella squadra è stato emozionante. Indossare la maglia del Palermo e fare dei gol in Serie A è stato il massimo. Mi sono tolto la soddisfazione di esordire anche in Uefa e di segnare due gol, ricordi che porto sempre nel mio cuore. Io rispetto tanto la mia città – afferma a TifosiPalermo -, per cui per me è stato il massimo. La soddisfazione più grande è stata arrivare a giocare con questi colori e a quei livelli”.
Cosa non ha funzionato a Cremona?
“Niente in particolare, semplicemente quando non arrivano i risultati viene messo tutto in discussione. Allo stesso tempo io sono molto soddisfatto del lavoro svolto e sono felice che la Cremonese all’ultima giornata si stia giocando la possibilità di andare ai playoff perchè era l’obiettivo che ci eravamo prefissati. I giocatori li ho scelti io, è cambiato l’allenatore: è arrivato Rastelli che è bravissimo e si stanno raccogliendo i risultati. Di conseguenza io sento ancora mio quel lavoro e mi auguro che centrino il piazzamento playoff”.
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