Parla Pietro Lo Monaco. Numero uno del Catania, nonchè ex direttore sportivo del Palermo. Ai nostri microfoni l’esperto dirigente ha commentato la situazione giuridica dei rosanero.
Presidente, lei è contro questa situazione?
“Io sono contro tutto ciò che sta accadendo al club palermitano. Bisosgnava aspettare almeno il secondo grado di giustizia. Gli errori sicuramente ci sono stati da parte della società, altrimenti non si viene puniti. Tuttavia c’è stata troppa fretta. Era giusto fermare i playoff”.
Come mai questa decisione di rimandare tutto al Collegio di Garanzia?
“E’ un atto serio e dovuto da parte del presidente federale (Gravina n.d.r.), intanto ha bloccato i playout. I playoff sono diversi perchè c’è una sentenza. Fra l’altro riconfermata. Per cui è corretto che sia il Collegio di Garanzia a valutare. Non penso si possa tornare indietro”.
La giustizia sportiva però sta completamente ribaltando il verdetto del campo, che è il punto fondamentale di ogni ordinamento sportivo, come la vede?
“Guardi, Palermo è una piazza straordinaria. Ma una cosa è dire che c’è rammarico e dispiacere, un’altra è dire che non ci siano le carte o i comportamenti. Negli ultimi 15 anni sono fallite 150 società di grande livello come Bari, Avellino, Cesena, Salernitana e il Napoli. Evidentemente il nostro sistema, ma questo l’abbiamo sempre saputo, è stato gestito abbastanza male. Mettendo in difficoltà grandi piazze come quella palermitana”.
Lei crede davvero al conflitto di interessi? O è una trovata giornalistica?
“Il conflitto c’è stato ed è palese, solo chi non vuole accettarlo si nasconde dietro un dito. Proprio per questo noi della Lega Pro abbiamo fatto dei comunicati molto chiari. L’intervento di chi era in conflitto di interessi andava evitato”.
E’ assurdo che membri del Perugia e del Benevento abbiano preso parta a un Consiglio Direttivo che ha emesso decisioni, producendo dei vantaggi importanti agli stessi, concorda?
“Verissimo, concordo con lei. Avrebbero dovuto evitare di esprimersi, ma chiariamo: la condanna non l’ha fatta il Consiglio Direttivo. Il Palermo si è autocondannato con il comportamento degli ultimi tre anni, con le proprie carte che hanno fatto sorgere dubbi. Il Palermo comunque ora avrà la possibilità legittima di difendersi in secondo grado. Però si, tutto ciò andava evitato”.
Presidente Lo Monaco diciamoci la verità, a prescindere dal secondo grado di giustizia, le partite dei playoff verranno giocate e che la Lega annulli eventualmente le gare già disputate è quasi impossibile, è un punto di non ritorno?
“Concordo assolutamente, però è anche vero che questo paese ci ha abituato a tutto. Tutto e il contrario di tutto”
Crede che se il Palermo fosse salito in A direttamente le decisioni sarebbero state diverse?
“Chi può dirlo questo… è pur vero che se i rosanero fossero saliti direttamente, con la cessione a un gruppo solido, potevano nascere degli scenari diversi. Con un gruppo solido magari si mandava un certo tipo di messaggio. Negli ultimi anni ci sono state delle cessioni che hanno saputo molto di “farsa”. Questo ha influito moltissimo. I debiti non cambiavano, ma si evitavano questi tentativi maldestri che hanno in qualche modo influito”.
Vuole mandare un messaggio di speranza ai tifosi?
“Aspettiamo il secondo grado, bisogna lottare e far valere le proprie ragioni. Bisogna credere nelle proprie ragioni. Però la sentenza finora è esecutiva e chi di dovere dovrà far giocare i playoff. Penso però che se il giudizio di secondo grado dovesse ribaltare quello del primo, ci sarà da ridere. Che si farà? Staremo a vedere, io me lo auguro per tutta la gente di Palermo”.
Tornando infine alla “fretta” che c’è stata nel giudicare il Palermo, è un input della nuova presidenza federale? Questa celerità nei giudizi è un punto fermo della nuova gestione della Figc?
“Eh si, credo sia proprio così. Ci siamo battuti tanto tempo perchè i giudizi erano troppo lenti. Ora sono molto celeri e quando è negativo per qualcuno si fanno immediatamente morti e feriti”.
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