Impegnato in questi giorni a provare a difendere il Palermo dalle accuse, l’avvocato Francesco Di Ciommo è intervenuto oggi ai microfoni di “Zona Vostra”, programma in onda su Trm, spiegando il motivo per il quale i rosanero non si sono rivolti al TAR come ha fatto il Foggia e discutendo dei possibili scenari del prossimo 29 maggio.
Ecco le sue parole:
Perché non siamo andati al TAR? La questione è tecnica, il Foggia ha impugnato la delibera del direttivo della Lega B del 13 maggio con la quale sono stati annullati i play-out. Noi avevamo una situazione completamente diversa, noi avevamo da impugnare la decisione del TFN della Figc di primo grado, noi eravamo già nell’ambito della giustizia sportiva federale. Dovendo impugnare quella decisione, cioè quella del 13 maggio del Tribunale Federale Nazionale che ha accolto il deferimento della procura, potevamo andare dinanzi soltanto alla Corte d’Appello Federale, che è il giudice di secondo grado, non potevamo andare al Tar. Avremmo anche potuto ragionare su una iniziativa irrituale che ci avrebbe portato al Tar, ma a mio avviso senza presupposti, non c’erano i presupposti tecnici per farlo. Noi dovevamo continunare e seguire la taccia del giudizio federale, cosa che abbiamo fatto arrivando fino al Coni, quindi le due situazioni sono completamente diverse.
Sulla difesa
Il Palermo ha molte frecce al proprio arco, a cominciare dal fatto che questo deferimento giunge molto tardivamente rispetto ai fatti e all’accertamento parziale dei fatti svolto nell’ambito dell’indagine penale svolta dalla procura di Palermo. La procura Federale si è mossa a nostro avviso in forte ritardo e questo è un primo punto importante. Il secondo è quello riguardo al deferimento di Zamparini che la sentenza del 13 maggio ha dichiarato inammissibile, da questo deriva la conseguenza che non si può condannare per responsabilità diretta la società Palermo se non si è prima condannato il soggetto, nella fattispecie Zamparini, che ha posto in essere i contestati del deferimento. Un ulteriore elemento è quello per cui neanche nei confronti di Giammarva e Morosi si possono accertare le responsabilità se non vengono prima accertate le responsabilità di Zamparini, tutti gli illeciti contestati nel deferimento a Giammarva e Morosi sono contestati in concorso con Zamparini.
Sui possibili scenari del 29 maggio
Cosa aspettarsi? Bisogna esigere una sentenza finalmente equlibrata nei confronti di una vicenda sì complessa, ma che trova dei precedenti molto noti nella giurisprudenza federale come il caso Chievo di un anno fa, che è emblematico. Essendo stato dichiarato inammissibile il deferimento nei confronti del presidente del Chievo fu dichiarato inammissibile anche il deferimento nei confronti della società, esattamente quello che doveva avvenire in questo caso. Inoltre la Procura contestava al Chievo e al Cesena di aver posto in essere operazioni finalizzate a falsificare i bilanci per ottenere l’iscrizione a tre campionati. La procura in quel cado chiedeva 15 punti di penalizzazione, allo stesso modo siccome al Palermo viene constestata esattamente la stessa cosa perché stavolta si chiede la retrocessione all’ultimo posto in classifica? Noi ci auspichiamo che la sentenza di primo grado venga totalmente annullata, ma in caso questo non dovesse avvenire uno scenario possibile è proprio questo, ovvero che la Corte d’Appello Federale dica che la sanzione congrua per il Palermo è la penalizzazione dei 15 punti e non la retrocessione in C. Commissariamento? Il cambio di proprietà e quindi degli assetti del Palermo dovrebbe superare i presupposti che hanno portato alla richiesta di commissariamento.
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