Una bella storia che arriva dalla nostra terra, precisamente da Messina, dove Francesco Cavò, attaccante dell’Atletico Messina (prima categoria) ha prima conquistato la Promozione e poi lo stage in azzurro con la Nazionale Italiana Sordi. Lo racconta Gianluca Di Marzio dal suo sito. Sarebbe dovuto partire con la nazionale per gli Europei in Grecia ma per questioni burocratiche non è più partito: “Purtroppo l’esito degli esami audiometrici è arrivato in Federazione oltre il limite previsto, così ho dovuto rinunciare.”
L’infanzia: “La mattina frequentavo le lezioni, poi il pranzo con gli altri ragazzi, mentre nel pomeriggio ci toccavano compiti e logopedia. Cercavamo di finire il prima possibile per scappare in cortile e giocare a calcio. La sera mi accompagnavano a casa e il giorno dopo si ripartiva da capo”.
La prima esperienza: “Ho mosso i primi passi nel futsal, alla Siac. Lì ho imparato i movimenti e ottenuto buoni risultati. Poi sono arrivato all’Atletico Messina e ho capito subito che ero nel posto giusto. Mi hanno spalancato le porte e io cerco di ricambiare spingendo al massimo in ogni allenamento, provando a migliorarmi in continuazione, tatticamente e tecnicamente».
Il gol da subentrato e la Promozione raggiunta: «Di testa, da calcio d’angolo. Non avevo mai provato qualcosa di simile” così la sua squadra, dopo una serie di vittorie arriva ai playoff dove trionfa in finale: “Siamo in Promozione, ma mica ci fermiamo. C’è la finale di coppa Sicilia e vogliamo centrare il nostro double”. – Conclude Cavò.
Le soddisfazioni collettive viaggiano a braccetto con quelle personali: «Dopo la rete è arrivata la convocazione nella Nazionale italiana sordi. Per uno sportivo rappresentare il proprio Paese è un orgoglio immenso, una questione d’identità. Anche per questo non mi arrendo».
Il ritiro a Brescia, le ore tinte d’azzurro: «Era lo stage di preparazione in vista dell’Europeo, quindi sedute tattiche e allenamenti, ma soprattutto la necessità di forgiare lo spirito di gruppo. Poi sarebbe arrivato anche il messaggio più atteso». In Grecia non ci sarà, ma l’impressione è che non basterà la burocrazia per fermare i sogni.
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