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La promozione del Verona riapre la ferita. Questo Palermo avrebbe vinto a mani basse.

A sensazione, solo a sensazione, diciamo che ieri sera Palermo tifava per il Cittadella.
Per diverse ragioni. Un po’ per quel romanticismo che ognuno di noi si porta dentro, per quella voglia di schierarsi con il ‘’più debole’’ sulla carta, dunque perché sarebbe stato bello vedere la favola del piccolo paesino Padovano giungere a compimento.

Un altro perché il Cittadella non faceva parte di quel gruppo di 9 squadre che aveva firmato quel famoso documento anti-Palermo. Si erano comportati bene anche nelle dichiarazioni successive.

Molto avremmo gioito col Cittadella in A perché il Verona è da sempre un nemico del tifoso rosanero ed ha peggiorato la situazione firmando quel famoso documento di cui sopra.
Invece purtroppo è andata male. E a fine gara vedere esultare Pazzini e compagni forse ha generato un po’ di sana gastrite, un fuoco nello stomaco che nulla aveva a che fare con il ricco pranzo domenicale.

Anche perché la promozione del Verona riapre una ferita che sembrava rimarginata tra il popolo rosanero: la mancata disputa dei play-off.
Se dopo la sentenza della Corte di Appello un po’ tutti eravamo contenti per la “promozione” in B e lo scansato pericolo della Lega Pro, dopo il successo degli scaligeri è tornata la rabbia per gli spareggi mancati.

Perché contro questo Verona probabilmente il Palermo avrebbe passeggiato. La sensazione è che quest’anno, con il terzo posto, la massima serie sarebbe stata raggiungibilissima.
Va in una squadra che ha balbettato per tutto il campionato. E che ha acciuffato i play-off nei minuti finali dell’ultima giornata segnando al ottantunesimo su calcio di rigore contro il Foggia, che era pure andato in vantaggio.

Tolto il Benevento, che tutto sommato è rimasto sempre in posizioni di vertice, tutte le partecipanti ai play-off avevano fatto un campionato mediocre.
E vedere festeggiare il Verona fa rabbia.
Pazienza, consoliamoci con la C del Catania.