Col Paternò vantava il miglior calcio del continente, a Udine stregò Pozzo.
L’Alfa Sud sgangherata di Catania e il 4-3-3 adottato dopo una sconfitta.
Marino, un “esteta” per i rosanero.
“Darò tutto me stesso per questa squadra e questa città lo stesso dovrà fare chi rimarrà in rosa”.
Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola
Nell’articolo di Massimo Norrito un ritratto del nuovo allenatore rosanero che ha iniziato la sua carriera a Marsala ma è esploso a Paternò portando la squadra dalla D alla C1. E proprio quella squadra è stata studiata perché risultava essere la squadra che giocava il miglior calcio d’europa. Non il Manchester ne il Real Madrid ma, uno studio che teneva contro di alcuni parametri relativi a partite vinte, punti fatti e gol il Paternò diventa un fenomeno che riuscì ad interessare perfino gli studenti di quello che una volta si chiamava Isef e che effettuavano spesso delle tesi sulla squadra di Marino; e gli allenatori che spesso andavano a Paternò proprio per studiare i suoi metodi.
.
Sono passati 18 anni e Marino, nuovo tecnico rosanero, non ha smesso di conseguire i risultati attraverso il bel gioco. Un allenatore che ha fatto del 4-3-3 il suo metodo e a cui piace giocare per vincere ma soprattutto per divertire.
.
Il giornale fa una descrizione degli inizi della carriera di Marino che si presenta a Catania a bordo di un’Alfa tutta sgangherata e che stringe un bel rapporto con il presidente Pulvirenti portando il Catania in Serie A e poi l’anno successivo alla salvezza.
Quindi l’esperienza con la famiglia Pozzo a Udine con cui conquista l’Europa League e che sebbene per una sola settimana, rimane prima in classifica nel massimo campionato. Poi tante altre squadre.
.
Adesso il ritorno in sicilia, Marsala, con la moglie le sue splendide crostate alla ricotta e cioccolato; il padre operaio che riuscì a fare studiare tre figli ed un contratto con il Palermo mai firmato quando era giocatore perché la vigilia di quello che poteva essere il suo passaggio in rosanero, Parisi, il presidente di allora, venne ucciso.
.
Allenare nella mia terra è il massimo, dichiara, così come non nasconde di avere conquistato Lucchesi con un buon piatto di cous cous.
.
Altre News
“Solo la maglia”: lo striscione della Curva Nord esposto a Reggio Emilia
Dionisi: “Non credo si sia vista la differenza di classifica”
Grosso: “Palermo? È stata una gara difficile, otterranno quello che vogliono”