Su Repubblica.it, nell’articolo di Salvo Palazzolo, si legge che questa mattina gli ufficiali nella Finanza si sono presentati al tribunale di Palermo per perquisire l’ufficio di Cesare Vincenti, cioè il capo dei GIP di Palermo, su disposizione dei PM di Caltanissetta.
Si cerca quindi di ricostruire come una notizia riservata possa essere arrivata a Maurizio Zamparini.
Ricostruiamo i fatti.
Il 2 maggio l’ex presidente Gianmarco viene intercettato mentre al telefono con Zamparini dice: “Senti, io oggi sono dalle tue parti… riusciamo a vederci?”.
Alcune ore dopo i due si vedono a casa di Zamparini e il giorno dopo l’ex Patron si dimette da consigliere delegato del Palermo calcio.
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Di fatto con questa mossa Zamparini evita gli arresti domiciliari e qualche giorno dopo il gip Anfuso rigetta la richiesta di custodia cautelare avanzata dai PM di Caltanissetta.
L’ipotesi della Procura nissena è che ci sia una talpa, un magistrato cioè interno al Tribunale di Palermo che abbia avvisato Zamparini o chi per lui.
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L’indagine di Caltanissetta è andata avanti e oggi ha riguardato il giudice Vincenti che è il capo dell’ufficio in cui operava il giudice Anfuso e quindi, presumono, che fosse a conoscenza della richiesta di arresto per Zamparini.
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