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L’assemblea, l’attesa, le speranze e poi… più confuso che persuaso.

Quando non ti convinci di una cosa e qualcuno che cerca di spiegartela non fa che aumentare la tua confusione. E fai finta di aver capito, per educazione.
Mi aspettavo molto oggi e sono rimasto deluso e anche un po’ preoccupato. Al punto che aspetto il 25 per dare inizio all’organizzazione del ritiro. Mi viene istintivo.

Non mi è piaciuta l’assemblea di oggi e non ho capito perché questo rinvio, perchè dobbiamo aspettare il 21 per sapere se ci sono soldi e quindi un futuro. Ho tristemente ripensato a Emanuele Facile: “tranquilli i soldi arriveranno”.

E poi, i segnali del corpo, quelli a volte dicono più delle parole. Comportamenti e atteggiamenti, la deformazione professionale mi fa leggere oltre. Ho percepito nell’aria una voglia di fuggire alle interviste.
Gente in genere loquace e disponibile avere inspiegabilmente premura e voglia di sottrarsi. Quelle poche battute rubate grazie ad uno sportello che difetta. L’imbarazzo nel tono di voce di alcuni protagonisti.

Che sta succedendo? Nemmeno l’ombra di una lontana indicazione di come e chi metterà i soldi. E poi quel comunicato a cui tutti rimandavano per avere chiarezza che, scritto in politichese, accentua la perplessità.
Le parole vogliono rassicurare ma i fatti iniziano a preoccupare.

Il nuovo appuntamento è per venerdì 21 cioè alla vigilia del weekend e con le banche chiuse.
Quel giorno, se non andrà come dicono e speriamo, non ci sarà tempo per nessun rimedio, per nessuna contestazione o critica. Resterà solo il tempo per leccarsi le ferite.
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