Parla Dario Mirri: il proprietario della Damir nonchè famosissimo imprenditore locale, ha spiegato alla nostra redazione le motivazioni che l’hanno spinto a iscriversi al gruppo di sostenitori del Palermo Calcio Popolare. Mirri si è reso protagonista anche di una gentile donazione al club alla quale però, da vero signore, non ha neanche minimamente accennato durante l’intervista. Segno ulteriore della spontaneità e genuinità del gesto.
Dario, da qualche giorno sei un nuovo componente dei sostenitori del Calcio Popolare, dicci come mai?
“E’ un’iniziativa strepitosa, perchè si basa su principi che rappresentano il futuro del calcio. Quello è il futuro. Un tuffo, un ritorno al passato che è anche il futuro. C’è una riconoscenza del territorio, dell’appartenenza. Questi sono elementi di grande valore e creano grande opportunità. Coinvolgere i tifosi vuol dire creare convenienza, sviluppare l’azienda a 360 gradi. Quindi anche da un punto di vista imprenditoriale mi sembra una genialata. Sono un’evoluzione del calcio”.
Una valutazione interessante la tua. Molti potrebbero pensare che la gestione popolare è controcorrente, è un voler ritornare ai vecchi tempi del calcio, invece tu la consideri il futuro, come mai?
“Secondo me non è controcorrente, anzi, è a favore di corrente: di una corrente nuova, innovativa, pulita. E’ quello che la gente vuole. I tifosi vogliono conoscere, ci si deve confrontare, avere una gestione trasparente. Non esisterà più la chiusura nei confronti della gente. E’ giusto fare un rendiconto mensile alla gente. I veri proprietari sono i tifosi, non chi detiene temporaneamente le quote. Io posso essere proprietario della Damir, ma non potrò mai esserlo di una squadra di calcio che rappresenta una città, perchè quella proprietà è esclusività della gente, eternamente. Poi ci può essere Zamparini o chiunque altro che temporaneamente gestisce le quote”.
“Io ho detto ai ragazzi del Calcio Popolare, che dimensione vogliono dare al loro progetto. Loro devono strutturarsi per raggiungere la Serie D o la Serie C, devono trovare questa via. Ci sono delle soluzioni interessanti che devono essere prese in considerazione da loro. Stanno facendo qualcosa di importantissimo che deve essere sempre più popolare. Devono darsi qualche elemento di sviluppo per non disperdere il patrimonio creato. Hanno delle basi solidissime e possono ambire a grandi successi”.
Come è nata questa collaborazione?
“Tramite un amico in comune. Io li ho sempre seguiti e ci credo nel loro progetto. Loro sono il futuro. Non oggi ma tra qualche anno quando loro si evolveranno potrò dire – ci ho visto prima degli altri -. Sarà un piacere poter dire che io sono con loro. Il fatto che i calciatori non prendano un rimborso potrebbe essere un limite, che potrebbe trovare delle soluzioni. Sicuramente senza venir meno ai bellissimi principi che li rappresentano. Io gli suggerisco di rivedere qualcosina. Loro devono voler vincere! Perchè rappresentano qualcosa di importante e spero che si strutturino di conseguenza. Questo però devono farlo loro nessuno può avere la presunzione di poterli condurre verso altre vie”.
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