L’ex dirigente rosanero Rinaldo Sagramola intervistato a TRM ha parlato della situazione del Palermo e dei suoi trascorsi proprio come membro della dirigenza del club: “Intanto dico che sono molto dispiaciuto per ciò che sta accadendo. Ho avuto la fortuna di lavorare nel club dal 2004 al 2012, gli anni migliori della storia rosanero. Andai via proprio nel 2012 quando vidi che Zamparini cominciava a distrarsi. Aveva appena fondato il suo partito politico e io ho colto l’occasione di andare alla Sampdoria così ci siamo separati”.
“Da osservatore esterno posso dire che è mancata una stabilizzazione societaria: c’è stato un cambio continuo da allenatori a dirigenti e questo è stato un problema che ha accelerato il decadimento rosanero. La vivo male. York Capital? E’ stata scalzata da Arkus Network. Loro dissero Arkus 1 York 0. Fu sbandierato il successo, sbeffeggiando York, poco elegante per certi versi. York così come altri soggetti potenzialmente interessati, aveva la necessità di chiarire la situazione Alyssa-Mepal. Situazione di cui si è fatta carico Arkus”.
“Mirri? E’ un caro amico con il quale abbiamo condiviso molti momenti. Prima con la questione dell’opzione per l’acquisto della società. Mi ha chiesto di stargli vicino in un mondo che non conosce perfettamente. Lui ha già dichiarato di voler partecipare laddove il Palermo non dovesse iscriversi, ad eventuali bandi per acquisire la squadra. Vuole rappresentare la città e del resto è estensione dell’imprenditoria buona e attenta della città. Ha dimostrato l’amore per il Palermo, i milioni che ha messo probabilmente andranno persi. Se il Palermo dovesse fallire. Vedremo se ci riuscirà qualora ci fosse la necessità”.
“Gli eventuali nuovi dovranno dare garanzie di carattere sportive ed economiche. Si parla di progetto triennale, in questo senso le forze ci sono già. Da quanto è emerso la proposta (di Mirri n.d.r.) è comunque inclusiva, per una partecipazione popolare o di altra natura. Non è giusto che il Palermo sia la seconda squadra di qualcuno, deve esserci un’esclusività in tal senso. Così come lo è stata negli anni d’oro di Zamparini. Bisogna tenere presente che per riportare la squadra in Serie B non è necessario che ci sia uno sceicco”.
“Il Parma? Sono stati bravissimi ma anche molto fortunati (ride n.d.r.). Vinsero per il rotto della cuffia col Pordenone (in Serie C n.d.r.) e poi all’ultima giornata la seconda posizione in Serie B. Sono stati bravi e fortunati. Il concetto è quello, cordata locale inizialmente per poi passare a un gruppo più grosso che prosegua ciò che è stato costruito, il Parma in tal senso mi pare l’esempio perfetto”.
E ancora Sagramola a Zona Vostra su TRM prosegue: “La struttura in Serie D dovrà essere snella ed efficiente e necessariamente più economica. E’ chiaro che chi arriverà, non potrà mantenere una struttura di Serie A in Serie D (in riferimento agli impiegati, circa 30 e al settore giovanile n.d.r.). Obbligo morale? Al di là di questo, bisogna ripartire con costi mantenuti. Chiunque dica il contrario mente”.
“Io e il miracolo Lodigiani? Sono due cose diverse. Lì non c’era la necessità di ottenere chissà che risultati di conseguenza ci siamo concentrati sulla preparazione di giovani calciatori e ne abbiamo sfornati diversi. Palermo ha esigenze diverse, deve risalire presto. Deve attenzionare le giovanili, sicuramente, perchè possono dare risorse alla prima squadra ma gli obiettivi e le ambizioni del Palermo non sono le stesse della Lodigiani. Di certo non sarà una passeggiata di salute”.
“Io e Mirri insieme? Non c’entra la tessera del Palermo Calcio Popolare. Noi abbiamo lavorato ad un progetto di una seconda squadra di Palermo. Ma quella del Palermo Calcio Popolare è un’iniziativa di Dario. Era un’altra roba, per dare una seconda squadra, seppur professionistica, alla città”.
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