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Rispoli: “Mai avuto fiducia in Arkus, solo chiacchiere. Ora mi auguro di andare in Serie A”

Palermo

Da ieri non è più un calciatore del Palermo a tutti gli effetti, dato che il suo contratto scadeva proprio il 30 giugno 2019 e non ha trovato l’accordo per il rinnovo. Parliamo di Andrea Rispoli che lascia la maglia rosanero dopo 4 anni in cui ha collezionato 129 presenze condite da 12 reti. L’ormai ex terzino destro del Palermo ha commentato il caos degli ultimi giorni ai microfoni di TMW, vi riportiamo di seguito le sue parole:

La nuova proprietà? Oltre alle chiacchiere non hanno mai dimostrato nulla. Ci avevano dato grandi rassicurazioni e poi è venuto fuori quello che sappiamo tutti. Palermo non merita questo. Negli ultimi anni la dignità è stata calpestata abbondantemente.

La mancata iscrizione non ce l’aspettavamo dopo tante chiacchiere. Avevano preso Marino, un allenatore importante che avrebbe fatto bene. Poi tra il dire e il fare c’è sempre di mezzo il mare.

Il rinnovo? Me l’avevano proposto già durante l’era Zamparini. Poi a gennaio mi era stata fatta un’altra proposta ma non avevo fiducia nella nuova proprietà inglese. Nonostante Stellone avesse provato a mediare cercando di convincermi, sapevo e pensavo che gli inglesi non dessero garanzie. 

Ho vissuto il periodo di Baccaglini, dei tanti direttori sportivi, degli inglesi, delle nuove proprietà, la salvezza contro il Verona all’ultima giornata, la mancata promozione dell’anno scorso dove ci hanno rubato la finale, abbiamo visto di tutto. Quest’anno già a febbraio c’era il rischio che gli stipendi saltassero. Non siamo riusciti ad andare in A, ci giocavamo il terzo posto e poi è arrivata la sentenza che ci ha tolto i playoff. La promozione sarebbe stata ossigeno.

I Tuttolomondo? Non mi hanno mai ispirato fiducia, né loro e né gli inglesi. Chi ha fatto di tutto, forse più delle sue competenze, è stato Rino Foschi: ha dato l’anima per il Palermo.

Se procederemo legalmente per gli stipendi? Quello che farà tutta la squadra per me andrà bene. Seguirò le decisioni del gruppo. Al di là dei nostri stipendi è fondamentale tutelare tutti i dipendenti della società. Bisogna tutelare tutto il Palermo Calcio. 

Al mio futuro ci penserà il mio procuratore. Intanto penso alla famiglia, al matrimonio imminente. Ci sono varie situazioni. Decideremo insieme al mio agente. Chiaramente mi auguro di tornare in Serie A, vedremo.