Niente iscrizione in Serie B.
Trentatré anni fa la radiazione, ora un’altra mazzata. Si può ripartire dai dilettanti.
I Tuttolomondo bocciati. La Covisoc contesta un lungo elenco di inadempimenti e operazioni non provate.
Nell’articolo di Benedetto Giardina sul Giornale di Sicilia, oggi in edicola, vengono elencati con grande abbondanza di particolari, tutte le ragioni che ieri sera la Covisoc ha contestato al Palermo, escludendolo di fatto dall’iscrizione al prossimo campionato. Adesso il club devastato dal gruppo Arkus, avrà tempo fino a lunedì pomeriggio per fare un ricorso che, leggendo le carte, non lascia nessuna speranza.
Un elenco di inadempienze e di comunicazioni che vengono anche definite confuse.
Scrive Giardina che la proprietà che ha condotto il club al baratro non ha effettuato nessun ripianamento patrimoniale da 8.3 milioni, non ha presentato la famosa fideiussione, non ha pagato i debiti sportivi, non ha pagato i debiti verso i club esteri, non ha pagato gli stipendi di marzo, aprile e maggio compresi contributi ritenute.
Non ha pagato inoltre la famosa penale antiesonero(400 mila) che spettava a De Zerbi.
Inoltre, scrive il giornale, alcuni pagamenti di presunti debiti sociali sono stati eseguiti da soggetti che non corrispondono al socio controllante. Inoltre la Covisoc esprime dubbi e perplessità circa la titolarità del credito con cui sono stati compensati i contributi INPS e le ritenute IRPEF.
Per quanto riguarda il mancato pagamento degli stipendi dei debiti sportivi, non sono andati a buon fine semplicemente perché nel conto corrente non c’erano soldi, cosa che la stessa banca aveva precisato.
Insomma un elenco di documenti che a leggere la PEC arrivata in serata, non dovrebbe stimolare nessun ricorso cosa che invece Salvatore Tuttolomondo intende fare affidando la difesa all’avvocato Di Ciommo che già ha seguito le vicende del club ai tempi della richiesta del tribunale Federale di spedire i rosanero in serie c.
Adesso invece sono stati spediti in Serie D.
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