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Ripartire da una squadra di grosso spessore, anche di immagine. Ricorsi e appelli, li lascio a “quelli”.

Mentre scrivo, rido.
Mi è appena arrivata la notizia che quelli hanno presentato ricorso al collegio di garanzia del CONI e penso ad una frase di un nostro lettore: “ma rossore nella faccia niente?” E mi viene da ridere.

Poi torno serio e mi chiedo: ma ci sono o ci fanno? Io credo che ci fanno, che ci hanno sempre fatto e, se qualcuno non li ferma, continueranno a fare.
Ma non volevo scrivere di quelli, volevo guardare al futuro e scrivere del Palermo che dovrà, grazie a tutti quelli ripartire purtroppo dalla serie D.

Volevo raccontarvi che questa mattina, dopo aver letto sulla Gazzetta le parole di Sagramola “..un allenatore giovane che conosca la categoria”, sono saltato sulla sedia ed ho pensato: bene, cominciamo bene! Siccome ho deciso di tornare a fare il monello come ai tempi di Zamparini, ero pronto a scrivere che si stava cominciando male, malissimo.
I nuovi proprietari, chiunque essi siano, devono capire fin da subito che Palermo non è il Biancavilla o il Fidenza. Palermo non deve provare a vincere: deve vincere. E deve vincere già nel sottopassaggio, negli spogliatoi, forse anche nel piazzale antistante il campo.

Palermo deve costruire un organico importante anche nei nomi (ovviamente tenendo conto della categoria). Palermo deve avere un’immagine diversa dalle altre squadre di serie D. Deve essere una corazzata da far paura soltanto leggendo i nomi di chi la compone. Non voglio dire che la squadra dovrà esser fatta da campioni ma nemmeno da illustri sconosciuti della categoria anche se bravi ed esperti. Per costruire una squadra “di categoria” basterebbe un banale finanziamento!

Il nuovo Palermo deve riconquistare una tifoseria distrutta e martoriata e non può farlo con giovani di categoria soltanto.
Oltre quelli ci vogliono nomi importanti, da far tremare gli avversari solo leggendo il curriculum. Questo ero pronto a scrivere magari con un po’ più di acredine. Poi ho letto che sì, può darsi un tecnico giovane e di categoria ma affiancato e diretto da un veterano come Zeman.
Ora sì che ci siamo. Era proprio quello che intendevo io.
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