”..E il naufragar m’è dolce in questo mare”
L’infinito di Giacomo Leopardi è una delle liriche più famose dei Canti.
Un anno tormentato, dove le emozioni sportive hanno dovuto fare i conti con l’altra faccia della medaglia, dove sono state limitate, occluse. Il tifoso rosanero ha sperato, ha gioito, ha tifato, e forse l’epilogo a cui stiamo assistendo, non è altro che la conclusione di un percorso nutrito di speranza, rabbia e infine rassegnazione.
La frase conclusiva de ”L’Infinito” rispecchia ciò che ad oggi chiunque abbia nel suo cuore i colori rosa e nero avverte. Un sentimento di smarrimento, di naufragio che però, paradossalmente, sembra risultare il male minore.
Prima di ogni rinascita, bisogna morire. E’ una delle regole per lo stare al mondo. E quest’anno di morti sportive, i tifosi ne hanno vissute parecchie: Lo squallido inizio di Tedino (che oggi si rimpiange ), gli Inglesi con il loro teatro dell’assurdo e la loro trasparente menzogna. Il rischio degli stipendi non pagati, la società a Foschi e De Angeli con la paura che il friulano potesse sempre essere dietro le quinte. Ed infine i Tuttolomondo, preludio di una fine che, probabilmente, era già scritta. Ma se il timore presenta sempre più argomenti, è doveroso scegliere la speranza.
Una speranza che ha accompagnato i tifosi lungo tutto l’anno e che infine ha fatto si che quest’ultimi si rassegnassero e con immensa capacità, iniziassero a pensare già al futuro.
Un futuro che partirà dai dilettanti, un futuro che finalmente vedrà noi, operatori dell’informazione, parlare nuovamente di campo. Si, di Nocerina, Troina, Licata. Ma di campo, dopo mesi di inutili ricorsi, processi, appelli. Che hanno fatto scomparire il Palermo, e non solo. Hanno assottigliato un’emozione, un amore che si è mantenuto solo per la fede, per i colori.
Il Palermo riparte da qui: dall’amore dei suoi tifosi, nient’altro. Quasi tutti i giocatori hanno trovato comodamente sistemazione altrove, chi doveva ‘’salvare’’ il Palermo non l’ha fatto e diciamocelo senza ipocrisia, forse non soffre neanche così tanto.
Per chi verrà però, sia ben chiaro, non ci saranno sconti. La chiarezza e la trasparenza dovranno essere i fattori più importanti, forse più del campo stesso. Un progetto che deve far tornare i bimbi allo stadio, che deve tornare a far parlare di Palermo nei lunedì mattina al bar. Un progetto che debba far tornare a quel passato ‘’glorioso’’ che noi tutti adesso ricordiamo con sorriso. Perché d’altronde, cos’è la nostalgia? Se non la negazione di un presente infelice..
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