Il nuovo presidente rosanero si racconta e spiega le sue idee e i programmi futuri.
Mirri: “Sono cresciuto in gradinata e lì resterò. Ho visto ieri il loro entusiasmo e non li deluderò…Non sarò un patron che vuole decidere tutto, ma il gestore di un bene collettivo“.
Interessante intervista di Salvatore Geraci sul Corriere dello Sport oggi in edicola, con il nuovo presidente rosanero Dario Mirri, il 58esimo presidente del Palermo. La sua storia familiare, i suoi 50 anni appena compiuti, la moglie di Petralia Sottana e tre figlie.
La sua prima volta allo stadio da bambino a 4 anni per un Palermo Brindisi con incidenti. Poi la finale a Napoli di Coppa Italia contro la Juve: una delle due volte in cui ha pianto per il Palermo. La seconda, ma di gioia questa volta, contro la Triestina nella gara del ritorno in serie A.
Non si è mai sentito rappresentato da Zamparini di cui ne ha apprezzato i risultati ed i giocatori ma che vedeva troppo diverso da suo zio Renzo Barbera, una persona i cui modi lo incantavano. I suoi programmi, le sue idee per il futuro in cinque punti. Vi riportiamo alcuni brevi passaggi dell’intervista che potete leggere sul giornale:
“.. la società appartiene a tutti. Più che il proprietario del Palermo, sono il temporaneo gestore di un bene collettivo.
-la seconda, il fatto che la gente debba partecipare..
-Spiegare chiaramente che sono un imprenditore e gestirò la società in attesa di un ritorno economico
-Vorrei stravincere, sempre, come del resto i tifosi..
– Infine, mi piacerebbe essere ricordato come il presidente che ha voluto coinvolgere la gente“.
E poi chiusura su dove vedrà la partita “..mi sistemerò al mio posto. Che è con la gente e con i tifosi”.
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