In venti chiedono il fallimento per i vertici del vecchio club: rischio bancarotta fraudolenta.
L’ultimo atto dell’Us Città di Palermo
L’articolo di Francesco Patanè su Repubblica oggi in edicola, ci informa che le istanze davanti al Tribunale fallimentare adesso sono arrivate a 20 e si tratta di istanze presentate dai giocatori rosanero che reclamano tre stipendi della vecchia stagione. Il tribunale fallimentare si pronuncerà nei prossimi giorni sulla richiesta di concordato avanzato dal legale della u.s. Città di Palermo ma i Pm aspettano la decisione del tribunale fallimentare per capire se indagare i vecchi amministratori per bancarotta fraudolenta.
Per la Procura cambia poco, scrive il giornale, concordato preventivo o fallimento, per alcuni dei vecchi amministratori è altissimo il rischio che vengano iscritti nel registro degli indagati per bancarotta fraudolenta e nel mirino degli investigatori sono finite tutte le operazioni finanziarie realizzate negli ultimi 5 anni compresi coloro che le hanno autorizzate.
Scrive Patanè che obiettivo della Procura è quello di dimostrare operazioni fittizie sul marchio venduto fittiziamente a società estere poi riconducibili sempre a Zamparini .
Secondo la Procura in questi anni c’è stato un sistematico svuotamento dei conti correnti del club rosanero per evitare che venissero aggrediti dai creditori.
Milioni di euro che per la procura sono stati spostati all’estero e utilizzati anche in altre società del gruppo Zamparini. Il sistema utilizzato secondo le fiamme gialle era molto semplice ed efficace: bastava mettere a bilancio la cifra da prelevare dalle casse del club alla voce debiti verso soci finanziatori. Debiti fittizi che poi venivano rimborsati consentendo a Zamparini di spostare dal Palermo milioni di euro.
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