“Bugia” aveva una fissazione: saltare sempre l’uomo, anche due volte. Talento unico dal cuore grande, i tifosi lo amavano.
Nell’odierno Palermo c’è un giovane attaccante che ha una marcia in più. Che insomma sembra un predestinato. Si chiama Mattia Felici..
Inizia così l’editoriale di Carlo Brandaleone sul Giornale di Sicilia oggi in edicola, che traccia un parallelismo fra il talento rosanero Mattia Felici e uno dei giocatori più amati dai fans rosanero, Giampaolo Montesano che indossò per 5 anni la casacca del Palermo.
Non diventò mai un top player ma è rimasto nel cuore dei palermitani. Montesano però aveva una fissazione, quella di saltare gli avversari, anche due volte, cioè aspettarli per marcarlì ancora una volta. Il dribbling la sua arma migliore tanto che quando arrivò all’Udinese dopo l’esperienza rosanero Zigo dichiarò che nessuno al mondo sapevo dribblare come Montesano. E anche il campione del mondo Vierchowodnel libro delle sue memorie scrisse che Montesano era l’attaccante che l’aveva fatto soffrire di più.
Forse se avesse avuto una diversa visione del calcio, scrive Brandaleone, probabilmente avrebbe fatto tanti anni di serie A e non uno soltanto con l’Udinese per poi tornare a Cagliari in serie B.
Nello spogliatoio i compagni lo chiamavano bugia , frse perché a volte raccontava delle storie che erano al limite della realtà. Ma era un anarchico del calcio, giocava per il pubblico ed a Mondello dove abitava, dribblava anche il suo cane Devil.
Viveva in una realtà tutta sua e capitava spesso che alla fine dell’allenamento alla Favorita, per tornare a casa salisse su una motoApe di un amico che vendeva il pesce.
In conclusione di articolo Brandaleone racconta di un episodio che vede Montesano protagonista quando la famosa motoape sotto la pioggia non voleva saperne di partire. Il giocatore rosanero si mette a spingerla fin quasi allo Stadio delle Palme fin quando parti con una grossa fumata nera.
«Bugia» saltò su felice, come se avesse messo a sedere un avversario.
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