Dario Mirri,presidente dell’ SSD Palermo, intervistato da Palermo Today, ha voluto commentare quelle che saranno le prossime mosse dal punto di vista societario e quanto è già avvenuto in questi mesi di rinascita.
Il grande sogno del presidente sarebbe la creazione di un centro sportivo, da realizzare nel territorio cittadino, perché afferma: “Farlo fuori dalla città sarebbe una sconfitta per tutti“.
A questo aspetto è strettamente connesso anche il cosiddetto restyling dello Stadio Renzo Barbera, prospettando una capienza più ridotta, come tutti gli stadi di recente costruzione, e soprattutto l’eliminazione delle barriere a partire dalla tribuna.
Un’eventualità che ha suscitato mugugni da parte dei tifosi a cui Mirri risponde:”Avere un grande stadio comporta impegni di gestione maggiore, oltre che di costi, quindi bisogna chiederci cosa vogliamo veramente:uno stadio grande, ma spesso vuoto, o uno stadio leggermente più piccolo ma sempre stracolmo?”
Quella che vuole mettere in atto Dario Mirri è una vera e propria rivoluzione sportiva e sociale. In merito a ciò rientra anche la spinosa questione che ha riguardato la costituzione dell’azionarato popolare, su cui Mirri non riesce a spiegarsi tanta diffidenza.
“Non capisco perché i tifosi disposti a partecipare all’azionarato popolare siano solo 200 e non 10.000. Questo è un atto d’amore e di trasparenza così come lo è stato sottoscrivere l’abbonamento. Dopo quanto accaduto negli ultimi anni, la possibilità che ha il tifoso di poter giudicare ed osservare quanto fatto dalla società, è un premio e una chance ottima; quando ero unicamente un tifoso, era proprio il non sapere che mi destabilizzava.
Il muro che si è innalzato in questi anni tra società e tifosi deve essere abbattuto definitivamente. Ed è unicamente questo l’obiettivo mio e di Tony di Piazza, non un modo per centrare obiettivi economici. Vorrei che fossimo considerati tutti insieme, società e tifosi, come una comunità; si vince e si perde, ma insieme“.
Per quanto riguarda la creazione del centro sportivo Mirri sottolinea come il raggiungimento di questo scopo potrebbe essere, con un paragone calcistico, come ottenere una qualificazione in Champions League. Un ipotetico centro sportivo dovrebbe avere almeno quattro campi, ed il presidente in collaborazione con il Comune e la Regione è alla ricerca di spazi privati così vasti, non molto numerosi in città.
“Mi auguro di presentare il progetto entro la fine dell’anno. La costruzione di un centro sportivo in città, in una zona come lo Zen, ad esempio permetterebbe alla città di integrarsi totalmente e di vivere in un clima sano, con i sani valori dello sport e dell’aggregazione, nel rispetto delle regole“.
Come vive il presidente le partite?
“La partita per me è davvero un momento importante, in trasferta mi sento leggermente indifeso, ma quando giochiamo in casa ho la sensazione di essere totalmente invincibile“. Mi piacerebbe che i miei giocatori mostrassero senso di appartenenza a questa maglia come in passato fecero Migliaccio, Corini e Sorrentino quando andarono via da Palermo. In parte è già così, basta pensare a Santana, Ambro, Pelagotti, Crivello e tanti altri che hanno fortemente voluto Palermo a prescindere dalla categoria e dagli aspetti economici“.
Un’altra questione spinosa è stato il merchandising, ovvero il lungo botta e risposta tra i gestori degli ex store ufficiali del vecchio Palermo. “Il mio compito è quello di tutelare il Palermo, dando alla società il miglior vantaggio economico possibile. I vecchi store appartengono alla vecchia società, con loro erano gli accordi. Il nome è illusorio, pur chiamandosi Palermo, non sono parte integrante della nuova società. L’obiettivo è quello di favorire più il commercio online che quello nei punti fisici.”
E sul rapporto con di Piazza, Mirri tesse solo elogi: “Ci sentiamo giornalmente, ci siamo subito resi conto che l’uno aveva bisogno dell’altro. Di Piazza è proprio così come lo vedete, genuino e passionale ed insieme abbiamo un unico obiettivo: portare nuovamente in alto il Palermo“.
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