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A prescindere dal fallimento, l’U.S. Città di Palermo non potrà rinascere

Si avvicina sempre più l’ora della verità per il Palermo che fu di Maurizio Zamparini destinato a fallire miseramente e non senza strascichi.

Ma perché l’U.S. Città di Palermo avrebbe chiesto il concordato preventivo? E soprattutto perché mai uno dei figli di Zamparini avrebbe offerto dieci milioni di euro sui circa cinquanta di debiti reali del Palermo che fu? Molto semplice, solo ed esclusivamente per provare ad evitare la bancarotta fraudolenta che avrebbe refluenze penali su quanti si sono succeduti sulla tolda di comando di viale del fante.

Questo ovviamente non vuol dire che l’U.S. Città di Palermo tornerebbe a fare calcio ed il perché è presto detto. Il vecchio Palermo ha infatti perso il titolo sportivo e quindi l’SSD Palermo di Dario Mirri e Tony Di Piazza, piaccia o no a detrattori e lacchè, è l’unica società oggi legittimata a fare calcio a Palermo. Se mai infatti l’U.S. Città di Palermo dovesse decidere di tornare a calcare i campi di calcio lo farebbe dalla serie più bassa in assoluto e non ci sarebbe quindi alcun “pericolo” di avere due squadre in serie D anche perché il Palermo di Dario Mirri, il Palermo di tutti i tifosi rosanero, siamo certi che ben presto sarà in una categoria differente.