Il centrocampista rosanero lo scorso anno ha conquistato la serie A con il Brescia.
Ha deciso di ripartire dalla D e da elvetico si è innamorato di Palermo.
La scheda- Mancino, Alessandro Martinelli, mediano mancino svizzero, è nato a Mendrisio il 30 maggio del 1993. Ha iniziato a giocare nelle giovanili del Grasshoppers, poi la Sampdoria lo ha messo sotto contratto.
Nel periodo in cui era tesserato per i blucerchiati ha giocato con Portogruaro, Venezia, Modena e Brescia. Adesso punta tutto sul Palermo per rilanciarsi nel calcio professionistico.
Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola
Valerio Tripi intervista Martinelli, il capitano rosanero cresciuto in Svizzera e che si è innamorato di Palermo per averla vista da avversario tutte le volte che veniva con il Brescia.
Riportiamo alcuni passaggi dell’intervista che troverete integralmente sul giornale in edicola:
“La città mi ha conquistato sin da quando venivo da avversario. Clima e cucina ok e che meraviglia il teatro Massimo..Con il Brescia il contratto era finito, cercavo un progetto importante..Aspettare è stato fruttuoso, sono entusiasta della scelta. La serie D ti fa crescere come persona… Sul sintetico soffro molto e vado un po’ in difficoltà, però fa tutto parte di questa stagione e serve per il nostro bagaglio. Ne usciremo alla grande.. Sono a Palermo per pensare a lungo termine ..Sono venuto a Palermo per restarci a lungo.. Non sono un amante della musica, ma delle serie tv sì. Con Netflix le vedo praticamente tutte..In cucina sono negato, vado tutti i giorni a mangiare fuori con gli altri compagni negati come me..”
“vivo a Mondello che è una zona bellissima. Certo, vengo dalla Svizzera e lì siamo tutti precisi. Qui è tutto un po’ caotico, ma il traffico è solo questione di abitudine. Una settimana e tutto diventa normale.. Corini mi ha insegnato tanto. Mirri con il mondo del calcio non c’entra nulla: è educato e timido. Lavorare con lui è un piacere”.
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