“Portaci via da questa m…. di categoria”.
Così recitava ieri un enorme striscione comparso in Curva Nord. Non c’è dubbio che questo è il desiderio di tutta Palermo. Lasciare una categoria mai giocata, mai conosciuta.
Però, dopo l’entusiasmo iniziale che stentava ad emergere, ci si sta iniziando a divertire e chissà, forse è stato pure utile che sia successo. Vediamo meglio.
Ieri andando allo stadio, si incrociavano centinaia di tifosi di tutte le età. Facevano slalom fra le macchine, sotto un sole piacevole ma ancora caldo.
Tantissimi con la t-shirt che contraddistingue gli abbonati, a tutte le età. C’è chi andava a passo svelto immaginando possibili code ai tornelli.
Vedere tutta questa gente dirigersi di buona lena al Barbera ha fatto scattare qualche domanda: ma chi glielo fa fare? Cosa li spinge? Ma sanno che andranno a vedere una gara di serie D?
Da dove spunta tutta questa passione?
Per anni, soprattutto gli ultimi trascorsi, anche in campionati prestigiosi di serie A o anche in B, non si respirava questa voglia. Sembravano andare allo stadio quasi per inerzia, senza voglia. Per sostenere una fede che – sappiamo tutti a causa di chi – stava iniziando a disperdersi.
Come per timbrare il cartellino o fare il proprio dovere da tifosi. Era come se il Palermo non gli appartenesse più.
Incrociando la gente per strada era un continuo lamentarsi di qualcosa: di Zamparini, di Chochev, di Aleesami, di Tedino, di Trajkovski, etc. etc.
Ora nulla! Una delle doti principali del nostro cervello è quella, con il tempo, di riuscire a dimenticare anche i traumi e i momenti più dolorosi. Adesso solo sorrisi sulle labbra e passo spedito e gioioso verso una partita di dilettanti. E tanto entusiasmo e senso di appartenenza.
Cos’è successo? Cos’è cambiato? È bastato solo essersi liberati di zamparini? È bastato fare quattro t-shirt e quattro nomi sui sediolini? È bastato che il nuovo presidente fosse palermitano? Certo è che i risultati della squadra stanno spingendo e quindi probabilmente ci sarà ancora un crescendo.
Probabilmente sarà l’insieme di tutte queste cose. E allora non facciamo che, in fondo in fondo, questo fallimento è stato utile? E che la convalescenza, dopo un’estate dolorosa, sia arrivata al termine?
Se è così, dobbiamo sempre ringraziare Zamparini, suo abile stratega e organizzatore.
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