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Pergolizzi in conferenza: “Non saranno le vittorie a dare serenità né le sconfitte ad abbatterci”

Palermo

Un’altra settimana calcistica, un’altra sfida e stavolta in Campania contro il Nola: il Palermo si appresta così ad affrontare la nona giornata di campionato, alla ricerca della nona vittoria consecutiva.

Un compito che non sarà assolutamente semplice, i cali di concentrazione sono dietro l’angolo e con molta dietrologia si potrebbe anche dire che “non è stato fatto ancora nulla“.

Parole che vengono confermate anche da Pergolizzi che in conferenza parla della  prossima sfida in trasferta, contro il Nola.

Le motivazioni nel calcio sono fondamentali. Cosa dire in vista del match contro il Nola, dopo aver ottenuto otto vittorie consecutive? Qual è il segreto?

E’ la mentalità che deve essere quella vincente, anche nei momenti di difficoltà. Abbiamo un gruppo che capisce l’importanza del momento. E’ normale che dopo 8 vittorie ci possa essere un calo, ma i ragazzi sono concentrati sull’obiettivo finale. L’allenatore deve valutare l’aspetto fisico di ogni giocatore e motivare ogni singolo per ottenere il massimo“.

C’è il rischio di pensare che il campionato sia già vinto?

Non abbiamo vinto nulla. Ottenere otto vittorie non era facile, soprattutto se si pensa a come siamo partiti e al quando, ma le difficoltà sono sempre dietro l’angolo. Dobbiamo stare con i piedi per terra e vivere alla giornata. Non saranno le vittorie a darci serenità, né le sconfitte ad abbatterci.”

Tridente?Rappresenta una certezza, vedo la volontà di attaccare da parte dei giocatori ma anche e soprattutto l’impegno nel difendere, e per quello lo spirito di sacrificio è fondamentale. Partita dopo partita qualcosa anche dal punto di vista tattico deve cambiare. Mettersi al servizio della squadra è una cosa bella ed importante, uno stimolo per tutti. La fase difensiva è fondamentale ed è necessario che a difendere siano in undici“.

Un difetto riscontrare in queste ultime gare?

Vogliamo sempre attaccare, a volte si potrebbe anche attendere l’avversario. Non possiamo permetterci di prendere le ripartenze, solo perché non guardiamo il movimento del compagno per la troppa foga di arrivare in porta“.