E’ stata una vera e propria bandiera di un calcio, che sembra ormai lontano anni luce. Roberto Biffi è stato un giocatore del Palermo dal 1989 sino all’annata 1998-1999 quando a 34 anni, ha lasciato i rosa-nero dopo la sconfitta ai play-off di Serie C1 proprio contro il Savoia, prossimo avversario del Palermo in campionato.
Un ricordo amaro per Biffi che detiene però tutt’ora il record di presenze con la maglia rosa-nero, ben 347, realizzate nel corso di undici anni a Palermo.
Un carattere indomabile anche in campo, cosa che gli è costata qualche espulsione di troppo. Palermo è sicuramente rimasta nel cuore di Roberto Biffi, che intervenuto in collegamento telefonico, durante la trasmissione Diretta Stadio, ha affermato, osservando flash di una partita storica come Palermo-Udinese:
“Palermo-Udinese 3-1 uno dei tanti ricordi in rosa-nero, era una squadra forte quella che affrontavamo, costruita per vincere. Una partita sotto l’acqua, una delle migliori partite di quel Campionato, decisa anche da un mio gol nel finale. Erano altri campionati, eravamo più ridimensionati sicuramente”.
Come si fa a superare nel calcio moderno le 300 presenze con la stessa maglia?
“Quando rimani tanto in una società è normale che le presenze possano aumentare, in riferimento anche alla costanza delle partite giocate. In questo calcio risulta più difficile, perché ci sono modi diversi di ragionare, se c’è qualche giocatore che può rendere di più anche a livello monetario, lo si preferisce. E’ un record che mi rende orgoglioso quello del maggior numero di presenze in rosa-nero, è una grande soddisfazione, soprattutto quando ne parlo ai miei figli“.
C’è un avversario che Il Palermo deve temere per la corsa al titolo?
“Credo che, facendo i debiti scongiuri, il Palermo arriverà presto all’obiettivo che si è prefissato; fino a quel momento non penso che ci sia qualche squadra che possa ostacolare il Palermo. Bisogna fare i complimenti perché è una squadra nata in pochi giorni, ed il merito è dello staff tecnico e dirigenziale. Andare in D con il Palermo è più gratificante di approdare in una squadra qualunque in serie C. Credo che quest’anno sarà una cavalcata per il Palermo“.
Perché preferivi il numero 16?
“Il numero 10 era il numero importante, giocando da difensore era impossibile ottenerlo. Il mio numero era il 6, così ho sommato il 10 con il 6. A Milano il 16 poi è uno dei numeri più fortunati; così ho preso due piccioni con una fava, e ho preferito scegliere questo come numero di maglia, ed in effetti quello fu un anno votato alla buona sorte, capitanati da Arcoleo“.
Palermo-Savoia, 31 maggio 1999, non è assolutamente un bel ricordo per te…
“Ricordo tutto, ultima gara ufficiale con la maglia del Palermo, non fu sicuramente un bell’epilogo. Passammo tutta la stagione in testa, eravamo andati in ritiro per affrontare una C2, fummo ripescati e ci apprestammo a fare un campionato superiore, pur non essendo del tutto attrezzati. Arrivammo tirati a fine campionato. Fu una partita di grandi delusioni, soprattutto per me. Ricordo anche che il Savoia fu ripescato ai play-off, dato che erano arrivati sesti in campionato. Avrei preferito chiudere diversamente, ma purtroppo il calcio sceglie per te il destino e bisogna accettarlo“.
Domenica, un match importante contro il Savoia. Può essere un banco di prova?
“Il fatto che il Savoia venga contestato dai tifosi può non essere una cosa strana. E’ normale che i tifosi siano delusi, questa squadra è stata costruita per vincere. Se tutto dovesse andare come sta attualmente andando in campionato, credo che non ci sarà storia. Ogni partita è una storia a sé, ma l’importante è che venga raggiunto l’obiettivo finale, che credo potrà essere raggiunto prima di quanto i tifosi rosa-nero si aspettino. Il campionato è lungo, ci sono tante partite ancora da affrontare”.
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