Il giovane talento classe 2001, Mattia Felici, è uno dei tasselli fondamentali della squadra di Pergolizzi. Elemento imprescindibile non soltanto per la regola legata agli under, ma è indubbio sottolineare che il talento e la classe del giovane di proprietà del Lecce non è passata inosservata.
Dalle sue giocate parte molto spesso la manovra offensiva del Palermo, così vivace ed entusiasmante, tanto da detenere quello che è il miglior attacco del campionato. Per quanto visto in campo ha segnato meno di quanto avrebbe potuto, ma Felici non smette mai di provarci, a volte anche con insistenza.
Intervenuto durante la trasmissione Siamo Aquile di Trm, Mattia Felici parla così del suo rendimento in campionato,ma anche dell’esordio della sua carriera:
“Ho cominciato sin da piccolo a giocare a calcio, avevo solo 5 anni; fondamentale per arrivare è la testa e la mentalità, se manca quella non arrivano i grandi risultati. A soli 9 anni è arrivata per me la chiamata della Lazio, e ovviamente pur essendo tifoso della Roma, ero contento di approdare in una realtà così importante“.
Cosa cambia tra partita in trasferta e partita in casa?
“Al Barbera senti tutto il calore dei tifosi, che ti danno una spinta in più, in trasferta i tifosi sono molto meno, non sono sicuramente i 20.000 del Barbera“.
In merito alla scarsa media gol di Mattia, che però si mette sempre a disposizione della squadra, fornendo assist, Felici risponde:
“Ho cercato tanto il gol, ma per sfortuna o per demerito mio non è arrivato subito. L’importante è fare una buona prestazione”
Tanti grandi sono passati qui a Palermo, a chi somigli di più?
“Da quando sono a Palermo mi chiamano Felilicic, spero soltanto lontanamente di eguagliarlo per doti tecniche e forza. In rapporto a Pastore in prospettiva forse assomiglio più a lui, il mio ruolo preferito è esterno destro d’attacco in un 4-3-3. Mi trovo bene a giocare comunque sia a destra che a sinistra“.
Sono casuali 10 vittorie consecutive? “Assolutamente no, sono state meritate, molte partite abbiamo sofferto, come a Marsala, Biancavilla, Nola, in cui la mancanza di tifosi si fa sentire”
Come si vive a Palermo? “I tifosi mi riconoscono ed è bellissimo. Palermo è simile a Roma, per questo motivo mi sto affezionando. E’ facile per me rimanere con i piedi per terra”.
Lecce cosa ha rappresentato per te?
“E’ stata sicuramente la svolta: Liverani mi ha subito buttato nella mischia, in un amichevole con la prima squadra. L’anno dopo, ho fatto metà anno in primavera, e metà con la prima squadra. L’esordio in B è stata l’emozione più bella della mia vita, contro l’Ascoli, mi tremavano le gambe e non riuscivo ad esser veloce come mio solito. Spero di tornare a Lecce con lui in serie A, altrimenti rimango a Palermo in serie C. Liverani mi ha fatto i complimenti per la scelta di una piazza importante come Palermo”.
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