Nessuna rivalità tra Palmese e Palermo, i tifosi rosanero saranno i benvenuti a Palmi. Dopo il via libera alla trasferta da parte dell’ Osservatorio alla trasferta, la società calabrese ha già messo a disposizione degli ospiti circa 600 tagliandi, ma il numero potrebbe aumentare fino ad un massimo di 1.000 in caso di ulteriore richiesta.
A confermarlo ai nostri microfoni Nicola Esposito, Direttore Generale della Palmese:
“Per noi è un piacere trovare il Palermo in questa campionato, ma soprattutto poterlo ospitare a Palmi. E’ una cosa bellissima, è come vivere un’esperienza di serie A, perché parliamoci chiaro: Palermo è serie A, non è serie D. Per cui dal momento che arriva qui per noi è una festa. Noi d’altronde non abbiamo nessuna rivalità con nessuno, ci piace il calcio e lo facciamo per passione, non lo facciamo per interesse o altro. Ci auguriamo che domenica possa essere una giornata di festa e di sport.”
L’ultimo posto in classifica della Palmese è in qualche modo legato alle difficoltà economiche della Società?
“Assolutamente no, ogni anno calcistico ha le sue problematiche ed i suoi risultati. Sicuramente non è dovuto alla situazione societaria, i problemi sono fatti per risolverli. Questa società non è fatta da imprenditori o da magnati, ma da umili persone che si danno da fare per cercare di tenere in vita questa squadra che ha una storia ultracentenaria e che vive anno per anno attimi importanti. Sono ormai 6 anni che siamo in Serie D e per una cittadina di 19.000 abitanti è come essere in serie A. Il presidente Rocco è un impiegato statale, come pure il vice presidente e tutti gli altri soci. In questo club c’è tutto l’amore dei palmesi che vogliono dare una squadra di calcio alla propria città”.
Che seguito di tifosi avete?
“Sappiamo tutti che l’afflusso del pubblico è legato anche ai risultati. Oggi viene poca gente al campo, perché in campionato non siamo partiti molto bene, ma il nostro stadio Giuseppe Lopresti è un piccolo gioiellino, spesso anche la Reggina viene ad allenarsi da noi. La capienza è di circa 2.200 spettatori.
Come vedi questo testa-coda, secondo te potrebbero esserci insidie per il Palermo reduce dalla bruciante sconfitta interna con il Savoia?
“Come dico sempre a tutti quanti ed anche ai ragazzi, noi al di là che oggi giochiamo con il Palermo e domani con il Roccella, dobbiamo considerare tutte le partite ugualmente importanti. Non faremo la partita della vita solo perché arriva il Palermo. Sarà per noi come una finale, così come lo saranno tutte le gare da qui fino alla fine del campionato. Per noi ogni partita sarà delicatissima. Contro il Palermo speriamo di non perdere, ma la vedo molto difficile, la squadra rosanero è squadra importante ed attrezzatissima, di assoluto valore, con giocatori che non c’entrano nulla con questa categoria. Ho visto giocare molte volte Giovanni Ricciardo, per me è lui l’uomo in più, quello che fa differenza. Però, ripeto, al di là del risultato del campo, spero che sia una bella giornata di festa e di sport, che le persone si divertano e che allo stadio ci siano tante famiglie e tanti bambini. L’importante è che si divertano tutti. Se verrà un risultato positivo saremo contenti, altrimenti ci rimbocchiamo le maniche e ripartiamo di nuovo come facciamo sempre.”
Dopo la battuta di arresto del Palermo, pensi che la promozione diretta possa essere messa in discussione?
“Assolutamente no, può starci perdere dopo dieci giornate di imbattibilità. Il Savoia ha un organico importante, il Palermo ha dunque perso contro una squadra bene organizzata. Non credo però che sia in pericolo la promozione diretta in serie C.”
In questi ultimi anni parecchie squadre del sud sono fallite, altre sono in notevole difficoltà. Perché secondo te è così difficile fare calcio ad alti livelli nel Meridione d’Italia?
“Credo che manchino soprattutto la programmazione e la forza economica, due elementi imprescindibili tra loro che devono necessariamente camminare insieme. Il calcio al Sud è lo specchio di un’economia in crisi che costringe tanti nostri giovani ad emigrare, tanto in Calabria, quanto in Sicilia. Solo oggi vediamo che la Reggina, dopo tanti anni, sta cercando di fare qualcosa di importante, ma dietro c’è un notevole impegno economico e una programmazione tecnica di lungo termine. Al Sud purtroppo non riusciamo a fare più di tanto.”
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