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Invece di cambiare allenatore, cambi l’allenatore

Un giro di parole per provare a prendere una nuova strada. Continuare cioè in quel percorso di novità che caratterizza il nuovo corso rosanero. Lasciamo alle spalle vecchie eredità, vecchie abitudini di esoneri lampo e proviamo ad invertire tutto.
Facciamo cioè che non sia la società a cambiare allenatore ma l’allenatore a cambiare se stesso. Nel senso di rivedere alcune sue convinzioni, trovare nuove strade e nuovi percorsi.
Nuovi sistemi di gioco. Insomma faccia qualcosa di importante perché onestamente il Palermo delle ultime quattro trasferte è poca roba, pochissima.

Qualcuno obietterà che siamo in serie D e che, volente o nolente, il gioco è questo, la qualità è questa e non possiamo certo aspettarci partite spettacolari e giocate strepitose.
Vero, tutto vero. Ma neanche il contrario, cioè il nulla assoluto. Perché, magari frastornato dalla precedente personale disavventura, a Palmi ho visto una prestazione che si avvicina molto al nulla assoluto.

Facile contenere un avversario che decide di non attaccare. Più difficile attaccare un avversario che decide solo di difendere. Ed è li che Pergolizzi deve trovare la soluzione, anche cambiando uomini, se è il caso. Perché francamente, quasi tutte le trasferte sono state più fortunate che meritate.

Il Palermo è la squadra più attrezzata del girone, lo dicono gli investimenti ed i soldi spesi. Quasi il doppio rispetto a chi occupa il secondo posto in questa classifica relativa al valore di mercato di ogni singola squadra.
E finora in trasferta questo differenza non si è vista: non c’è gioco. Solo risultati ed a volte casuali.
Ed ora anche quelli sono venuti a mancare, “A squagghiata ra nivi si virunu i pirtusa”..

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