“Amo la mia città ma sullo Stretto ero… il Presidente della Repubblica”.
“Messina era viva allora. Mio l’ultimo gol in B al Celeste, mia la prima rete in A al San Filippo”
“La mia Palermo mi snobbò. E quando potevo tornarci mi si chiese uno sconto per la causa”
“Il Palermo non è il Bari dell’anno scorso. Arriverà in C ma c’è da lottare tanto ancora”
L’intervista di Piero Rizzo sulla Gazzetta dello Sport , oggi in edicola, con Alessandro Parisi, il difensore palermitano che ha costruito a Messaina la sua carriera da calciatore. Cresciuto nel Palermo fino alla serie C, poi il trasferimento altrove e mai più un ritorno in rosanero.
Vi riportiamo alcuni passaggi dell’intervista che potete trovare integralmente sulla Gazzetta dello Sport in edicola:
“Pietro Franza rimane il numero 1. Il miglior presidente della storia del Messina, quello che ha investito tutto se stesso..Quella Messina era viva in tutti i settori. Allo stadio 40mila persone e il tifo era da panico. Emozioni bellissime..Seguo abbastanza il torneo, ma finirà 1-1. Rosanero più forti, l’Acr con Zeman è ripartito..Non è il Bari dello scorso anno. Ha qualcosa in meno e in più allo stesso tempo.. Diciamo che la squadra di Pergolizzi ha la capacità di calarsi a pieno in questa dimensione..Amo la mia città e non la rinnegherò mai. Nel calcio però per ben due volte non ha creduto in me. Sono cresciuto in rosanero.
Poi la prima squadra, l’esordio in C. Ma mi sono trovato costretto a partire. Poi l’anno in cui andai a Messina, il Palermo di Zamparini voleva riportarmi a casa, ma siccome ero palermitano, pensavano che dovessi accettare certe condizioni. Per intenderci, che dovessi accontentarmi.I tifosi pensarono che fu un mio rifiuto, ma si sbagliavano”.
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