Il calcio viene spesso definito un veicolo ideale di sani valori e principi soprattutto tra i più giovani. Perché il risultato conta in una partita, ma non deve mai venir meno il rispetto degli avversari e cosa non da poco del direttore di gara.
Protagonisti consapevoli di insulti da parte dei tifosi, gli arbitri sono però un elemento determinante per lo svolgimento di una partita di calcio e forse sono troppo spesso oggetto dell’ira e della rabbia inconsueta degli spettatori.
Gli episodi sfavorevoli all’interno della partita alimentano sentimenti a volte inconsueti che lasciano basiti.
E’ quanto accaduto in Promozione durante la partita ASD Rocca di Caprileone- ASD Acquedolci: un epilogo inaspettato per una gara che doveva avere un gusto totalmente diverso.
Una gara che comincia come di consueto con le due squadre che cominciano a studiarsi, con occasioni che rimbalzano da una parte e dall’altra. Preludio di quanto sta per accadere soltanto il palo esterno colpito al 30′ da Iuculano.
La partita svolta clamorosamente al 40‘: il direttore di gara assegna un rigore cristallino all’ASD Acquedolci, a venire atterrato in area è Iuculano. Tutto sembra pronto affinché il rigore venga battuto quando, l’attenzione del direttore di gara viene richiamata da un assistente della terna arbitrale per la veemente protesta di un dirigente della panchina dell’ASD Rocca di Caprileone.
L’arbitro estrae il cartellino rosso: la reazione è improvvisa e perentoria. Arriva uno sputo, degli spintoni ai danni dell’arbitro che, in seguito a questa violenza subita, decide di emettere il triplice fischio e di porre fine definitivamente alla gara.
Il dirigente viene allontanato in tutti i modi, nonostante continuasse ad inveire per l’ingiustizia, a suo parere, subita.
Domani è atteso il comunicato del Giudice Sportivo: probabilmente verrà comminata una squalifica al dirigente. Resta il dubbio invece sull’esito della gara: o verrà continuata dal minuto in cui è stata sospesa, da un altro arbitro, in una data da destinarsi, o potrà essere omologato il risultato di sconfitta a tavolino per la squadra del dirigente, reo di questo atto di violenza.
Continuare la gara in quelle condizioni avrebbe comportato gravi condizionamenti. Adesso la palla passa al Giudice che passerà al vaglio quanto osservato visto e descritto dall’arbitro stesso.
Lo sputo in sé, è da considerarsi come atto di violenza morale e sarà compito del giudice sportivo stabilire la pena da infliggere e la sanzione da comminare ad un fatto di tale gravità.
Un episodio simile era avvenuto circa un anno fa: anche in questo caso il gesto plateale e violento era stato uno sputo, punito con una squalifica di un anno e tre mesi. Non si possono chiaramente sovrapporre situazioni diverse ma può essere utile per ipotizzare quanto si saprà con più precisione domani con la pubblicazione della decisione del Giudice Sportivo.
Un episodio che ha suscitato lo sdegno unanime delle società e dei tifosi presenti sugli spalti, per un calcio che si allontana molto dai principi di lealtà sportiva che vengono decantati e promossi. Ecco il comunicato dell’ASD Rocca di Caprileone:
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