La rivalità tra Palermo e Catania è stata condita nel corso degli ultimi anni da risultati sul campo – e non solo – che hanno acceso la competizione tra i tifosi da una parte e dall’altra: se da Palermo si era pronti a rinfacciare ai propri cugini le numerose qualificazioni europee e le vittorie contro le squadre più blasonate del campionato di A, facevano eco da Catania le voci di coloro che appoggiavano la solidità e la serietà della proprietà etnea, in grado di costruire un proprio centro sportivo e di dare continuità al progetto tecnico.
Passano gli anni, passano le stagioni e passano anche i cicli calcistici: le squadre delle due principali città siciliane hanno vissuto entrambe momenti di declino dovuti a problemi dentro e fuori dal campo di differente natura, che le hanno portate ad essere entrambe ai margini del calcio ad alti livelli.
Quando delle società vivono momenti di difficoltà legati alla proprietà, si inizia a discutere nell’ambiente di eventuali cambi proprietari per favorire una ripresa della società, col fine di far tornare la piazza e la tifoseria agli splendori di un tempo: è ciò che è successo al Palermo prima, e al Catania adesso.
Sappiamo bene, però, tutte le contraddizioni che si nascondono dietro a questo genere di eventi: esattamente un anno fa avveniva il passaggio di proprietà a favore del famigerato gruppo inglese, arrivato totalmente a sorpresa a Palermo dopo settimane di intense trattative e “ping-pong” col gruppo legato a Raffaello Follieri. Così come è arrivato dal nulla tale gruppo inglese, nello stesso modo è stato pronto a dissolversi nel momento in cui la situazione iniziava ad ingarbugliarsi sempre di più e il Palermo iniziava a mostrare i primi cenni di serio cedimento finanziario e tecnico.
Ciò che abbiamo vissuto l’anno scorso a partire da questi tempi è stata una lenta agonia, un continuo susseguirsi di notizie legate a vari gruppi, a vari personaggi, e varie società pronte ad acquistare il Palermo se solo si fosse concessa la possibilità di farlo; tale possibilità, però, stranamente non veniva mai concessa, stando alle sue parole, a Raffaello Follieri.
Prima con Zamparini, poi in trattativa con Emanuele Facile, e infine col duo Foschi-De Angeli, a detta di Raffaello Follieri non gli è mai stata concessa la concreta opportunità di acquistare il Palermo, come se ci fosse una sorta di veto nei suoi riguardi; dall’altra parte, però, stridevano le dichiarazioni di chi ogni volta si ritrovava a trattare con l’imprenditore di origini foggiane, le quali affermavano che questo non dava le necessarie garanzie bancarie. Così come è successo a Palermo, lo stesso è accaduto a Foggia qualche mese dopo, e adesso sta accadendo a Catania.
Questa incredibile sensazione di déjà-vu che sembra legare le due squadre siciliane nella stessa sorte, si fa ancor più forte leggendo le dichiarazioni di Pulvirenti, che dichiara di non aver ancora ricevuto le dovute garanzie bancarie legate a Raffaello Follieri.
Le analogie tra Palermo e Catania negli ultimi anni sembrano essere più numerose dei motivi che incitano alla rivalità sportiva tra le due città: due città così divise eppure così unite da un unico personaggio che aveva promesso di riportare il Palermo in A, così come adesso lo promette per il Catania. Nella speranza, per le sorti degli etnei, che le analogie tra i destini delle due squadre si fermino soltanto alla presenza fugace di Raffaello Follieri.
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