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Valerio D’Eliseo: “La mia Australia Rosanero”

Oltre quindicimila chilometri e 10 ore di fuso orario separano Palermo dall’ Australia. Ma non c’è distanza, tempo e spazio che possa far dimenticare ad un palermitano la sua terra. Anche se si vive molto lontano e non si sente più il suono del proprio dialetto, Palermo resta per sempre nel cuore di chi va via, come una fiamma inestinguibile che il tempo non consumerà mai.

Valerio D’Eliseo, che i tifosi del web conoscono con il nick di “Valerio Rosanero”, vive a Melbourne e Palermo ed il Palermo sono il binomio indissolubile che da sempre accompagna la sua vita:
“Sono nato nel 1955 nel quartiere di Boccadifalco. La prima volta che lasciai Palermo avevo 16 anni, mi ero arruolato in Polizia ed andai a Milano dove continuai i miei studi universitari. Poi però decisi di lasciare l’Italia. Era il 1981, erano tempi bui per la nostra società, in quel periodo a Milano c’erano le Brigate Rosse e si viveva in un clima di terrore. Volevo dare un futuro migliore ai miei figli e con mia moglie, che è australiana, decidemmo di andare a Melbourne dove la vita sociale è senza dubbio molto più tranquilla. E’ stato molto difficile per me lasciare la mia Terra, ho dovuto dire addio ai miei genitori, ai miei parenti ed agli amici, ma ho portato con me un pezzo della mia Palermo e della squadra del mio cuore. In tutti questi anni non l’ho mai abbondonata, anche se per via del fuso orario vedo le partite di notte e due ore dopo che finiscono devo andare a lavorare. Adesso sono qui da 36 anni e sono molto felice con mia moglie Francesca, i miei ragazzi ed i miei nipoti, Palermo però non la dimenticherò mai e mi mancherà per sempre. Per 35 anni ho lavorato come portavalori, poi ho svolto un servizio sociale accompagnando vecchietti in ospedale che volevano sentire qualcuno parlare in italiano.”

Come hai seguito le vicende rosanero e quanto è stato importante nella tua vita il sito “Pianeta Rosanero”
“Sono riuscito a rimanere legato a Palermo ed alla squadra grazie alle notizie che mi mandavano i miei genitori, ma quello che ha cambiato molto la mia vita è stata la chat di Pianeta Rosnero che si è aperta nel 1999, grazie ad una persona squisita, Leandro D’agostino, lo zio rosanero, un uomo al quale sono rimasto profondamente legato. Ho seguito Leandro per tantissimi anni e sul famoso “Muro-The Wall” ho conosciuto tante persone splendide, come Zietto della California, Vagabond e molti altri. Con loro ho ritrovato la mia Palermo. Pianeta Rosanero mi ha dato la possibilità di seguire tutto quello che accadeva nella nostra città. Potere avere le notizie della mia squadra del cuore, leggere i messaggi di tutti i tifosi rosanero sparsi nel mondo con i quali ho interagito è stata la cosa più bella che potesse capitarmi nella vita. La morte di Leandro mi ha colpito moltissimo, un dispiacere immenso!”

Sei più tornato in Italia e cosa ti manca di Palermo?
Sono tornato molti anni fa con la scusa di vedere i miei genitori, la mia priorità era anche quella di andare a rivedere il mio stadio, la Curva Nord e stare con gli amici che avevo lasciato e che erano stati per me come fratelli. Di Palermo mi manca tutto, il cibo, gli amici, gli anelletti al forno. La prima immagine che vedo quando penso alla mia città è Santa Rosalia, sono molto devoto alla nostra Santuzza. Palermo resterà per sempre nel mio cuore, sarà per sempre una parte di me. Già fin da quando l’aereo atterra all’ aeroporto di Punta Raisi, si respira quell’aria particolare che è diversa da tutto il resto del mondo. Palermo è Palermo, è la città dove sono nato. Adesso che vivo in Australia sto trasmettendo ai miei nipoti le mie radici, voglio che ricordino per sempre da dove è venuto il nonno. Ad ognuno di loro ho comprato una magliettina del Palermo.

Come hai vissuto il fallimento dell’U.S. Città di Palermo e cosa pensi della nuova società?
“Abbastanza male, ho visto molti palermitani arrabbiati come me per quello che è successo perché pensavamo che Zamparini poteva dare ancora tanto a Palermo. I palermitani hanno dato tanto a lui, è stato cittadino onorario ed è stato molto amato. Della nuova società penso che sono persone semplici e che tutto venga fatto con il cuore, che fanno del tutto per fare tornare la passione nei tifosi rosanero, sia a quelli che vivono in città, che a tutti quelli che siamo fuori e che siamo comunque sempre vicino alla squadra.”

Qual è il tuo sogno nel cassetto?
“Mi piacerebbe tantissimo tornare a Palermo per incontrare tutti gli amici di “Pianeta Rosanero” per passare una giornata insieme a loro e tifare il nostro Palermo, il nostro  amore. Il mio sogno più grande è quello di poter ritrovarmi un giorno allo stadio con tutti i tifosi emigrati, come Zietto della California e con chi vive in Argentina e in Messico.”

Cosa vuoi dire ai tutti i tifosi rosanero, soprattutto a quelli che come te vivono lontano da Palermo?
Intanto li saluto ed auguro loro un Buon Natale. Spero vivamente che un giorno si possa essere tutti insieme al Barbera per tifare la nostra amata squadra che non si dimentica mai. Possono cambiare i giocatori, ma la maglia rimane in eterno. Sono 60 anni che seguo solo il Palermo e non ho mai tifato per nessun’altra squadra. La passione per i colori rosanero è nata con me, è stato mio padre a trasmettermi questo grande amore portandomi allo stadio quando avevo 5 anni. Adesso io la tramando al mio nipotino, che è molto piccolo e che, anche se parla in inglese, ha già imparato a dire molto bene a dire “Forza Palermo!”