Schianto all’alba del primo gennaio 2020 con la 500 Abarth, proprietario Mario Balotelli. Macchina ferma, carro attrezzi da chiamare, perché il marciapiedi ha arrestato la corsa dell’autovettura impazzita con il semiasse spaccato davanti ad un cancello.
Balotelli illeso, torna a casa con le proprie gambe. Basterebbe una descrizione del genere a far montare l’ira e le solite critiche intorno a questo personaggio dipinto come il solito sbruffone, che forse in passato è stato davvero.
Stavolta non è così: l’incidente è avvenuto davvero. A guidare non era pero’ Mario Balotelli ma un suo amico, da qui la pronta sottolineatura del Brescia prima che il polverone mediatico monti subito e che venga scatenato un altro caos su un personaggio bistrattato a volte giustamente, a volte un po’ meno.
E così sorge spontaneo e liberatorio quel famoso” WHY ALWAYS ME?” così celebre che Mario Balotelli invocava ai tempi del Manchester City. Entrare nell’ottica che forse sia cambiato è tanto complesso? Che adesso ha 30 anni, non è un ragazzino, ha una figlia, e forse può aver capito che una vita vissuta all’arrembaggio non è così divertente come pensava.
Oppure non convincerà mai Mancini? Cellino o presidenti futuri? E’ sempre svogliato in allenamento e non combinerà mai nulla di buono?
La verità sta in mezzo e ancora questo giocatore ha la possibilità di redimersi, con il talento che ancora ha modo di dimostrare.
Schianto nella notte di Capodanno, macchina di lusso, giocatori famosi che prendono la patente con facilità estrema, tutti gli elementi perfetti per un’accusa perfetta: eppure stavolta non è andata così…
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